«Sapete dov’è il commissariato di zona più vicino? Mi hanno stuprata al parco». Sono da poco trascorse le sei del mattino quando Giulia (la chiameremo così) 22enne romana varca l’ingresso del bar Speranza sulla via Prenestina in cerca di aiuto. È scappata dal vicino parco di Villa Gordiani dove era andata ad allenarsi poco prima dell’alba. Il locale ha aperto da meno di un’ora, dietro il bancone c’è Felice che ascolta le sue parole e sgrana gli occhi: «Fermati, chiamiamo la polizia» le dice e Giulia dalla tasca della felpa tira fuori il cellulare, compone il numero unico delle emergenze ma poi non riesce a parlare ed è il barista che dà alle forze dell’ordine l’indirizzo. I poliziotti impiegano «meno di un quarto d’ora ad arrivare - ricorda l’uomo - la ragazza si è seduta, non ha voluto nulla, solo andare un paio di volte in bagno».
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Cosa le è successo?
«È entrata dicendo che qualcuno l’ha stuprata nel parco, non ci potevo credere poi mi ha chiesto se potevo accompagnarla al Pigneto ma le ho detto di aspettare l’arrivo della polizia».
I rilievi
Il parco, che resta aperto anche di notte, non ha alcun tipo di sorveglianza al suo interno. Neanche agli ingressi, sulle cancellate, ci sono telecamere e a ieri sera non risultavano testimoni, oltre al barista che ha soccorso la giovane, ma che non ha assistito all’aggressione. Gli investigatori hanno comunque acquisito le immagini del sistema di vigilanza di un minimarket in via Dignano D’Istria che guarda il lato del parco da cui presumibilmente è uscita la ragazza e forse il suo aggressore. Intanto nel quartiere monta la rabbia: «Il parco è terra di nessuno - spiega Luigi Ruggiero gommista - vivo e lavoro qui da 25 anni e più di una volta abbiamo trovato vagabondi e giacigli di fortuna nella Villa». Tra chi pensa già alle “ronde di quartiere”, Gaetana Rapisardi, titolare di una gioielleria, rimarca: «Il Comune dice che Villa Gordiani è parco archeologico ma che tipo di attenzione viene riservata a questo spazio? Anche la stazione ferroviaria Prenestina è chiusa da anni e non sa cosa c’è dentro. Servirebbero più controlli». Gli stessi promessi dalla Prefettura che solo qualche giorno fa ha guidato l’Osservatorio territoriale sulla sicurezza nel V Municipio annunciando “moduli ad alto impatto” per salvaguardare di più il quartiere e i residenti.
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