La "piazza" l'avevano allestita da qualche mese, subito dopo l'estate, nei parcheggi sotterranei della stazione metro Arco di Travertino. E ogni giorno, dopo l'uscita da scuola, due ragazzini di 15 e 16 anni, entrambi romani e senza precedenti alle spalle, passavano i pomeriggi a vendere hashish ai migliori offerenti. Tra i "clienti" però c'erano soprattutto i compagni di scuola e molti giovani che non hanno ancora compiuto 18 anni.
Il sistema era rodato: i due - che risiedono nel quartiere e che hanno alle spalle famiglie numerose ma di gran lavoratori - avevano trovato un nascondoglio perfetto al terzo piano del parcheggio: il buco di un aeratore. Qui custodivano i panetti di hashish da cui, all'occorrenza, venivano fatte le dosi squagliando la droga e tagliandola con la carta d'identità.
Gli accordi e gli ordini però avvenivano anche telefonicamente, via sms, sulle principali applicazioni di messaggistica come Whatsapp o Telegram. Ed erano scritti in maniera da non indurre alcun sospetto: «Ce l'hai dieci minuti?», domandava l'acquirente di turno seguendo una "formula" dietro cui si nascondeva la richiesta per uno specifico quantitativo di droga.
A scoprire la "piazza" sono stati gli agenti di polizia del commissariato Appio diretti da Pamela De Giorgi che, a seguito di controlli mirati nelle principali stazioni di scambio della metro e di numerosi appostamenti, hanno ricostruito tutto il giro anche grazie all'aiuto del sistema di videosorveglianza dell'Atac. Ogni giorno la coppia di minorenni riusciva a tirar su tra i 150 e i 200 euro, calcolando le cessioni di droga a cui venivano corrisposti per ciascuna tra i 10 e i 15 euro. Quando gli agenti sono intervenuti i ragazzini non hanno opposto resistenza ma hanno provato a giustificarsi: «Non è nostra questa droga, l'abbiamo trovata qui». I due, in base a quanto disposto dal pubblico ministero del tribunale dei minori, sono stati arrestati e trasferiti nel centro di prima accoglienza di via Virginia Agnelli. Le indagini però vanno avanti anche per cercare di risalire a colui o coloro i quali servivano ai ragazzi i panetti di hashish.