Retromarcia del provveditorato sul manuale per le scuole sulle tematiche gender, con la Regione che prende le distanze da questa operazione. Quindi stop alle le linee guida, già iniziate a distribuire negli istituti, «sulle strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere». Cancellato anche il webinar Le diverse sfumature dell'identità di genere e dell'orientamento sessuale, per i docenti previsto il 9 settembre. Restano le polemiche e lo scambio di accuse tra gli enti coinvolti: il ministero dell'Istruzione attraverso l'Ufficio scolastico regionale, la Regione e l'Ospedale San Camillo. Lunedì, del resto, erano già arrivate (da alcuni genitori) le prime contestazioni, quando si era saputo che il provveditorato, con una circolare, aveva rilanciato il webinar e la campagna su come gestire a scuola la transizione di genere dei ragazzi. Tutto - evento e manuale - che sembrava essere targato San Camillo e Regione.
Lavoro, Federmanager: solo il 18% di dirigenti donne
Inchiesta interna
Ora - a partire dal ministero della Salute, che potrebbe aprire un'indagine interna - si vuole capire che cosa è successo. Di sicuro, un'associazione di psicologi che collabora con il San Camillo sui pazienti che iniziano il percorso del cambio di genere - l'istituto Metafora e il Centro Ricerca e Terapia della Famiglia, del Bambino e dell'adolescente-Saifip - ha inviato all'ufficio scolastico la locandina del webinar e il manuale con le linee guida. E, secondo quanto trapela dal provveditorato, la funzionaria che ha ricevuto il materiale, vedendo sulla documentazione il bollino della Regione e dell'ospedale, si sarebbe tranquillizzata sulla scientificità dell'operazione, dando il suo ok alla circolare inviata alle scuola per promuovere la campagna e l'evento. Il tema, si sa, è molto sentito: il presidente Mattarella ha sottolineato la necessità di lavorare contro le discriminazione, mentre a Roma c'è già una scuola - il liceo artistico - che ha già introdotto un apposito regolamento.
A sua volta l'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato, ha rincarato la dose: «Non esiste alcuna linea guida regionale sulla varianza di genere. Non può emanarle un'azienda ospedaliera, sono documenti di carattere nazionale o regionale». Ha provato a metterci una pezza l'ufficio scolastico regionale: «La fiducia nel pedigree del documento - ha spiegato il direttore Rocco Pinneri - non può che essere incrinata dal fatto di aver appreso che l'estensore avrebbe un'affiliazione scientifica diversa da quella che era stata rappresentata a questo Ufficio. Per questo motivo, il documento è ritirato e il corso di formazione è sospeso.
18 consiglieri aggirano le quote rosa e si registrano come 'donne', in Messico scatta la protesta
Non poche critiche al provveditorato. Secondo il sottosegretario all'Istruzione, Rossano Sasso, «si è prodotto in un' inaccettabile apertura sulla questione relativa all'identità di genere». D'Amato si è detto sorpreso dell'assenza di controlli e «di come sia stata possibile la successiva diffusione alle scuole da parte dell'Ufficio Regionale». Conclude Mario Rusconi, presidente dell'associazione presidi del Lazio: «Questi temi vanno trattati con argomenti scientifici ed è giusto farlo. Ma sconvolge la leggerezza, con la quale è stata gestita questa faccenda».