Rifiuti, il caso degli avvisi per la Tari: «Paga o pignoriamo i beni»

Rifiuti, il caso degli avvisi per la Tari: «Paga o pignoriamo i beni»
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 29 Luglio 2021, 22:46 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 03:29

Caro romano che non hai pagato la Tari, o saldi «immediatamente» la bolletta oppure «inizierà il processo di pignoramento dei beni». Firmato: il Campidoglio.

Arrivano lettere così dagli uffici del Comune che si occupano di riscuotere la tariffa dei rifiuti. Tutto nel pieno di una pandemia che ha lasciato migliaia di famiglie a corto di liquidità e, per giunta, in una città che da anni, ciclicamente, come nell’ultimo periodo, subisce l’indecenza dei mucchi di spazzatura che lievitano ai bordi delle strade. Per cartelle anche di 100 o 200 euro, si può pescare nella buca delle lettere un avviso di questo tipo, col logo del Comune, dell’Ama e di Aequa Roma, l’«Equitalia» capitolina: «Le chiediamo di regolarizzare immediatamente la sua posizione in modo da evitare peggiori conseguenze - si legge - In caso di mancato pagamento, infatti, la sua pratica passerà all’agenzia di riscossione e inizierà il processo di pignoramento dei suoi beni». E ancora: «Non ignori questo avviso, altrimenti riterremo la sua mancanza intenzionale e incorrerà in ulteriori sanzioni». Poi, scritto tutto in maiuscolo e sottolineato: «Le resta davvero poco tempo». Che sembra la citazione di un film dell’orrore.

Roma, Tari non pagata: scatta il pignoramento


CARTE BOLLATE
Il caso è arrivato all’orecchio delle opposizioni, che parlano di «vergognose lettere minatorie spedite ai romani».

Anche perché in qualche caso sono state inviate addirittura a chi aveva già pagato quanto richiesto. E difatti ha vinto il ricorso. Francesco Figliomeni di FdI ha presentato un’interrogazione alla sindaca e all’assessorato al Bilancio. «Non possiamo accettare - dice Figliomeni - che i cittadini, tra cui anziani e fragili, ricevano lettere di quel tipo, per questo abbiamo chiesto informazioni riguardanti la predisposizione e la paternità delle note che riteniamo essere gravemente intimidatorie».

Messaggio chiaro: pensiamo a un anziano o a un ragazzo poco pratico di trafile burocratiche che si vede recapitare una cartella con scritto “paga subito o ti pignoriamo i beni”. A maggior ragione in una fase drammatica come questa, con la pandemia che ha fatto strage di imprese e posti lavoro, e con una crisi dei rifiuti che continua a lasciare interi quartieri invasi dal pattume. Lettere di questo tipo sorprendono anche perché la giunta grillina, Raggi in primis, ha dato agli uffici tutt’altro input: proprio pochi giorni fa, l’8 luglio, l’esecutivo ha approvato una delibera che permette a chiunque abbia subito un danno economico dal Covid, che sia un privato o un’attività commerciale, di pagare le bollette del 2021 a dicembre 2022. 


Chi è dunque che ha dato il via libera alle missive che minacciano i pignoramenti? Probabilmente dietro c’è lo zampino dell’Ufficio di scopo sulle «politiche comportamentali», una divisione creata un anno fa per testare nuovi metodi che spingano «il cittadino a compiere scelte migliori per la collettività». Di questa sperimentazione non si conoscono i risultati definitivi, ma a poche settimane dall’avvio dei test, l’ufficio si vantò di avere ottenuto, solo alla voce Imu, uno stratosferico «+888% di utenze pagate». Una percentuale talmente iperbolica da insospettire lo stesso dipartimento Risorse Economiche di Roma. Che scrisse, testuale: «Sono numeri a casaccio».
 

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