Lo stop alla chiusura della discarica di Colleferro. Un nuovo tritovagliatore mobile che - per la sua stazza, cioè 800 tonnellate lavorate al giorno - ricorda più un Tmb. Almeno una decina di siti destinati alla trasferenza, cioè quelle postazioni che servono per portare i rifiuti nelle aree di raccolta, che tanto preoccupano i residenti. Contro l'emergenza rifiuti sempre più incombente su Roma, oggi in consiglio d'amministrazione i vertici dell'Ama approveranno un'integrazione al piano industriale, con misure in vigore fino al 31 dicembre 2020. «In attesa - spiegano dalla municipalizzata - di poter scrivere un nuovo piano più realistico di quello lasciatoci in eredità dall'ex ad Lorenzo Bagnacani». Come dimostra il fatto che nella programmazione vengono ridimensionati gli obiettivi per la differenziata: la vecchia amministrazione puntava a raggiungere il 70 per cento entro il 2021 sul totale della raccolta, i suoi successori si accontentano di arrivare al 50 nel 2020. Attualmente, in base ai dati dei primi sette mesi dell'anno, si fermi è al 45,6 per cento.
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PROROGA PER LA DISCARICA
Il minipiano integrativo, come lo chiamano in via Calderon de la Barca, è un insieme di misure e di richieste al Comune e alla Regione, che potrebbero creare non pochi imbarazzi negli enti competenti. In primo luogo c'è la richiesta alla giunta Zingaretti di prorogare la chiusura definitiva della discarica di Colle Fagiolara a Colleferro, dove Amazon si sarebbe detta disposta ad aprire un suo centro logistico. Da Ama si fa notare che senza questo impianto, dove si conferiscono oltre mille tonnellate al giorno, «il Lazio si ritroverebbe senza più una vera discarica». Ma dalla Pisana l'assessore all'Ambiente, Massimiliano Valeriani, già replica che «Colleferro il 31 dicembre si chiude, anche perché è satura. Spero invece che nel piano dell'azienda ci siano tutti quegli impianti che ora a Roma mancano». Proprio sul fronte degli impianti, la municipalizzata guidata da Luisa Melara chiederà al Comune e alla Regione l'autorizzazione per dotarsi di un nuovo tritovagliatore mobile, che vista la potenza (800 tonnellate di rifiuti trattati al giorno), ricorda più un Tmb. Non è stato stabilito ancora il luogo dove costruirlo, ma Ama guarda a strutture di sua pertinenza come Ostia (dove c'è già un tritovagliatore che non supera di fatto le 150 tonnellate lavorate al giorno) oppure Ponte Malnome». C'è poi l'obiettivo di aprire almeno altri 10 impianti di trasferenza contro i due ora operativi a Ponte Malmone e a Rocca Cencia, mentre non servirebbero - secondo la prima linea operativa di Ama - nuove piattaforme di trasbordo (cioè quelli per il passaggio dei sacchetti da un camion all'altro) oltre alle 7 ultimamente individuate. Sul fronte più strettamente amministrativo, l'azienda chiede al Campidoglio procedure più celeri, superando i ritardi che si registrano nelle conferenze di servizi, e la proroga fino a fine anno dell'ordinanza che impone agli impianti del Lazio di accogliere più rifiuti da Roma e che scade alla fine di questo mese.
IL TAVOLO
Emergenza rifiuti a Roma, il piano Ama: «Altro mini-impianto a Ostia»

di Francesco Pacifico
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Mercoledì 25 Settembre 2019, 10:14
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