Emergenza rifiuti a Roma, il piano Ama: «Altro mini-impianto a Ostia»

Cassonetti incendiati in via Zambarelli
di Francesco Pacifico
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Mercoledì 25 Settembre 2019, 10:14

Lo stop alla chiusura della discarica di Colleferro. Un nuovo tritovagliatore mobile che - per la sua stazza, cioè 800 tonnellate lavorate al giorno - ricorda più un Tmb. Almeno una decina di siti destinati alla trasferenza, cioè quelle postazioni che servono per portare i rifiuti nelle aree di raccolta, che tanto preoccupano i residenti. Contro l'emergenza rifiuti sempre più incombente su Roma, oggi in consiglio d'amministrazione i vertici dell'Ama approveranno un'integrazione al piano industriale, con misure in vigore fino al 31 dicembre 2020. «In attesa - spiegano dalla municipalizzata - di poter scrivere un nuovo piano più realistico di quello lasciatoci in eredità dall'ex ad Lorenzo Bagnacani». Come dimostra il fatto che nella programmazione vengono ridimensionati gli obiettivi per la differenziata: la vecchia amministrazione puntava a raggiungere il 70 per cento entro il 2021 sul totale della raccolta, i suoi successori si accontentano di arrivare al 50 nel 2020. Attualmente, in base ai dati dei primi sette mesi dell'anno, si fermi è al 45,6 per cento.

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PROROGA PER LA DISCARICA
Il minipiano integrativo, come lo chiamano in via Calderon de la Barca, è un insieme di misure e di richieste al Comune e alla Regione, che potrebbero creare non pochi imbarazzi negli enti competenti. In primo luogo c'è la richiesta alla giunta Zingaretti di prorogare la chiusura definitiva della discarica di Colle Fagiolara a Colleferro, dove Amazon si sarebbe detta disposta ad aprire un suo centro logistico. Da Ama si fa notare che senza questo impianto, dove si conferiscono oltre mille tonnellate al giorno, «il Lazio si ritroverebbe senza più una vera discarica». Ma dalla Pisana l'assessore all'Ambiente, Massimiliano Valeriani, già replica che «Colleferro il 31 dicembre si chiude, anche perché è satura. Spero invece che nel piano dell'azienda ci siano tutti quegli impianti che ora a Roma mancano». Proprio sul fronte degli impianti, la municipalizzata guidata da Luisa Melara chiederà al Comune e alla Regione l'autorizzazione per dotarsi di un nuovo tritovagliatore mobile, che vista la potenza (800 tonnellate di rifiuti trattati al giorno), ricorda più un Tmb. Non è stato stabilito ancora il luogo dove costruirlo, ma Ama guarda a strutture di sua pertinenza come Ostia (dove c'è già un tritovagliatore che non supera di fatto le 150 tonnellate lavorate al giorno) oppure Ponte Malnome». C'è poi l'obiettivo di aprire almeno altri 10 impianti di trasferenza contro i due ora operativi a Ponte Malmone e a Rocca Cencia, mentre non servirebbero - secondo la prima linea operativa di Ama - nuove piattaforme di trasbordo (cioè quelli per il passaggio dei sacchetti da un camion all'altro) oltre alle 7 ultimamente individuate. Sul fronte più strettamente amministrativo, l'azienda chiede al Campidoglio procedure più celeri, superando i ritardi che si registrano nelle conferenze di servizi, e la proroga fino a fine anno dell'ordinanza che impone agli impianti del Lazio di accogliere più rifiuti da Roma e che scade alla fine di questo mese.
IL TAVOLO
Al riguardo oggi ci sarà un tavolo tecnico tra ministero dell'Ambiente, Comune di Roma e Regione per monitorare la sua applicazione. Tra le altre misure inserite nel piano, l'allargamento del porta a porta in altri quattro Municipi della Capitale, l'installazione di domus ecologiche (10 nel 2019, 100 nel 2020), cioè i cassonetti intelligenti dove si possono depositare i rifiuti soltanto inserendo un'apposita tessera magnetica, l'assunzione entro l'anno di 5 dirigenti e di 280 operatori ecologici da reclutare attraverso i centri per l'impiego; maggiori servizi di «spazzamento manuale» nelle strade della Capitale da parte dei netturbini.

Intanto ieri la presidente Melara ha incontrato i segretari regionali di categoria di Cgil, Cisl e Uil in un vertice incentrato soprattutto sull'approvazione del bilancio 2017 ora bloccato in Campidoglio. In una nota congiunta Natale Di Cola, Marino Masucci e Massimo Cicco, leader di Fp Cgil, Fit-Cisl e Fiadel di Roma e Lazio hanno affermato di aver «appreso una cosa positiva sul piano operativo, mentre sul piano finanziario permangono tutte le nostre preoccupazioni». 

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