Ecco perché il Campidoglio ha spedito, solo negli ultimi giorni, due note ai vertici dell’Ama. Chiedendo in primo luogo un rapporto dettagliato su tutti i turni e i costi, sia della partecipata, sia delle cooperative ingaggiate per le utenze non domestiche. Le lettere sono firmate da Laura D’Aprile, manager del Ministero dell’Ambiente che la sindaca Virginia Raggi ha chiamato a capo dell’ufficio Rifiuti. D’Aprile ha chiesto un dossier sui disservizi già denunciati all’autorità giudiziaria e ha scritto all’Ama che d’ora in poi ogni cambiamento nei turni per sopperire alle carenze delle coop dovrà essere concertato e approvato dall’amministrazione.
L’altra strigliata di Palazzo Senatorio all’Ama riguarda i cassonetti. Il Campidoglio parla di una palese «disorganizzazione delle postazioni, che risultano variamente composte (mai con una identica successione dei cassonetti dedicati alle varie frazioni), con evidente disorientamento dei fruitori e impatto visivo negativo». Il risultato è che in alcune zone, scrive sempre il Comune, ce ne sono troppi, di bidoni, e in altre troppo pochi. Tra i vari problemi segnalati, anche la presenza di contenitori «in aree che si prestano ad attività di conferimento illecito di ingombranti, rifiuti da costruzione e demolizione, rifiuti da attività commerciali, perché caratterizzate da ampi spazi di sosta e scarsa frequentazione». All’Ama e alla Polizia locale è stato quindi chiesto di «attivare controlli e sanzionare le utenze domestiche e commerciali che non conferiscono correttamente e di irrogare le sanzioni previste per gli autoveicoli in sosta che impediscono l’accesso alle postazioni stradali».
La nuova crisi dell’immondizia di Roma è seguita da vicino anche al Ministero dell’Ambiente guidato dal grillino Sergio Costa: il direttore generale della sezione Rifiuti, Mariano Grillo, ha convocato per mercoledì prossimo, il 25 settembre, un vertice con Campidoglio e Regione proprio per fare il punto sullo «stato della gestione dei rifiuti nella città» e per valutare «l’eventuale rinnovo dell’ordinanza regionale» firmata il 5 luglio scorso, quando l’emergenza dell’immondizia ha raggiunto il picco. Ora tocca scongiurare un molesto remake.
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