Dal medico di notte: piano per recuperare visite ed esami persi

Dal medico di notte: piano per recuperare visite ed esami persi
di Camilla Mozzetti
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Martedì 14 Luglio 2020, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 12:27

Ambulatori medici specialistici aperti di sera per smaltire le visite sospese dal Covid-19 e cercare di rispondere alle nuove prenotazioni senza incidere sulle liste d’attesa: è questo il piano della Regione Lazio per la ripartenza delle attività ambulatoriali.

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Se il problema riguardasse soltanto le visite che devono essere recuperate, dopo lo stop dell’attività specialistica nel pieno dell’emergenza sanitaria da Covid-19, il Lazio riuscirebbe a rientrare a regime entro i prossimi tre mesi. Ma a queste visite però si sommano le nuove, quelle cioè di altri potenziali pazienti che non avevano richiesto né prima dell’esplosione della pandemia né nel mentre un consulto medico specialistico. Ed è oggi questo combinato disposto - tra vecchie visite saltate e nuove prenotate o da prenotare - ad allarmare molti specialisti e diverse associazioni. Tuttavia la Regione Lazio ha pronta una soluzione: spazi sanitari aperti in orario prolungato fino a tarda sera, sette giorni su sette (weekend compreso). È tutto scritto nelle indicazioni per la “Ripresa dell’attività medica specialistica ambulatoriale e per i programmi di screening” dove si leggono nel dettaglio le misure per il recupero delle prestazioni sospese nei mesi scorsi a causa del coronavirus

Nel testo, tra i compiti per le aziende sanitarie, anche quello di ridefinire «la classe di priorità della prestazione a seguito di rivalutazione a distanza» insieme all’ottimizzazione «dei turni del personale, medico/comparto, e dell’uso degli spazi, delle tecnologie ed attrezzature», e alle «aperture dei presidi sanitari nelle ore serali e nelle giornate di sabato e domenica». Per le strutture pubbliche sarà inoltre possibile utilizzare delle prestazioni aggiuntive e tale attività svolta dai medici specialisti «sotto altra eventuale forma di contrattualizzazione» dovrà «essere rendicontata attraverso report inviati, mensilmente, alla Direzione Regionale Salute con indicati i volumi di prestazioni eseguite». Non solo, le Asl potranno far ricorso alle «strutture private accreditate per l’erogazione di parte delle prestazioni sospese, prenotate in classe D e P (differibile o programmata ndr) sempre all’interno del budget loro assegnato». Per far tutto questo la Regione ha isolato 13 milioni di euro per la ripresa delle attività che sono stati suddivisi in base ai fabbisogni delle singole Asl secondo alcuni criteri come le priorità o i pazienti più fragili.

I DATI
Stando ai calcoli dell’Ordine dei Medici di Roma nel Lazio andrebbero recuperate un milione 200 mila prestazioni specialistiche. Visite cardiologiche, oculistiche, ortopediche tanto per citare i settori che da sempre contano il maggior numero di pazienti. La maggior parte di queste visite ricade nella Capitale (800 mila) mentre resta alto anche il numero delle prestazioni di diagnostica per immagini (ecografie o mammografie ad esempio) da recuperare esattamente come le precedenti. Nel Lazio - conta ancora l’Ordine dei medici romano - sono 900 mila, di cui 700 mila solo nella Capitale.

«Una delle soluzioni praticabili - spiega il presidente dell’Ordine Antonio Magi - è quella di estendere le ore lavorative settimanali per i medici specialisti ambulatoriali convenzionati interni e farle arrivare a 38 ore dalle 20 attuali». Questo risolverebbe in parte anche la mancanza di nuovi specialisti. Tanto per capire: una visita cardiologica deve essere fatta da un medico specializzato ma da anni, a causa dei restringimenti sulle borse di studio per le scuole di specializzazione e a fronte di un naturale pensionamento dei medici attuali, la coperta rischia di restringersi ancora di più. In Italia, solo per fare un esempio, entro il 2025 verranno a mancare 700 cardiologi, 70 dei quali nel Lazio. 

 

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