Era il settembre del 2011 quando i vigili dell’ottavo gruppo capitanato evidenziarono abusi e anomalie su quei 10mila metri quadrati, dove accanto alle sfarzose piscine c’erano locali per le cerimonie non a norma. Ma da allora la guerra a colpi di carte bollate fra i proprietari della struttura, che hanno sempre fatto ricorso al Tar, e il Comune, entrato in possesso di una parte dell’area, ha trascinato la gestione in un vortice burocratico.
Secondo la ricostruzione dei vigili, sul tavolo del pm contabile Ugo Montella, i proprietari della struttura avrebbero continuato a utilizzare per feste anche parte dei beni sequestrati. E per questo avrebbero dovuto corrispondere 980mila euro quale indennità di occupazione: 491mila fra il 2011 e il 2013 e altri 497 mila fino a oggi. Soldi mai riscossi dal Comune. Oltre ai 20mila euro per la sanzione di sgombero, mai pagati, c’è la questione degli immobili abusivi, acquisiti dal Comune, la cui gestione e manutenzione si è persa in un mare di carte bollate. Due strutture, «Magnolia» e «Venere», in passato affidate temporaneamente ad anziani impantanate nella burocrazia capitolina. Da una parte il dipartimento del patrimonio che interroga il VI municipio. Dall’altra il parlamentino che chiede al Campidoglio il da farsi. Presto potrebbero essere individuati anche i pubblici ufficiali responsabili di questo spreco a sei zeri.
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