Sempre più romani scelgono di sposarsi con rito civile, ma le due sale comunali (Campidoglio e Caracalla) registrano al contrario un calo progressivo di prenotazioni. Un paradosso, almeno apparente, che in realtà ha ragioni molto concrete, legate soprattutto ai costi.
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Prima di entrare nel dettaglio, occorre dare qualche numero di contesto.
LE RAGIONI
Le ragioni sono in sostanza economiche: sposarsi in Campidoglio o a Caracalla costa molto poco (circa 174 euro)solamente se almeno uno dei futuri coniugi risiede nella Capitale. Un po’ di più se uno nella coppia è residente invece nella provincia di Roma: 348 euro nei giorni feriali e 580 per sabato e domenica. Numeri molto più alti infine per chi arriva da fuori provincia: in questo caso, infatti, si sale a 1.392 euro nei giorni feriali, mentre sabato e domenica bisogna sborsarne 1.624. Infine, il matrimonio è gratuito invece se celebrato nel Municipio di appartenenza nei giorni di apertura al pubblico.
I PROBLEMI
Fuori dal Municipio, quindi, le sale costano, soprattutto se consideriamo che le cerimonie si svolgono una in fila all’altra e in sostanza durano una mezz’oretta, al termine della quale si può fare un brindisi e poco più. Insomma, per celebrare una festa degna di questo nome, bisogna andare poi altrove, tirando fuori altri soldi per il classico rinfresco con gli invitati. E così molti scelgono di andare direttamente da altre parti. Ad esempio sulla "Spiaggia degli Sposi" di Ostia le tariffe comunali sono molto inferiori per i non romani: se nessuno dei due risiede neanche in provincia, si parla infatti di 700 euro nei giorni feriali, che salgono a 800 sabato e domenica. Peraltro il fattore “spiaggia” è uno di quelli che incontrano di più le preferenze degli stranieri che scelgono l’Italia per dirsi “sì”.