Covid Roma, nuovo picco: boom di richieste per i vaccini anti-influenza

Covid Roma, nuovo picco: boom di richieste per i vaccini anti-influenza
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 24 Settembre 2020, 22:28 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 17:50

Per Roma è un record: 148 contagiati dal Covid in un giorno, mai così tanti, in 24 ore, dall’inizio dell’epidemia. E i pazienti più gravi, quelli ricoverati in ospedale, continuano ad aumentare: ieri nel Lazio si è arrivati a quota 544, numeri che non si vedevano dal 2 giugno, quando ancora non era iniziata la “fase 3”. «C’è preoccupazione, anche se ce lo aspettavamo», ammette il presidente dell’Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi.

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Dato che i bollettini, prevedibilmente, continueranno ad aggravarsi nelle prossime settimane, ragiona il capo dei camici bianchi della Capitale, «ora è fondamentale dare la più ampia copertura al vaccino ordinario, quello contro l’influenza». Il motivo è facile da intuire: il Covid-19 e il virus stagionale hanno sintomi molto simili. Febbre, tosse. Ecco perché è decisivo ridurre al minimo i contagi, anche per l’influenza. Tocca evitare che il sistema sanitario s’ingolfi, con decine di migliaia di casi sospetti da testare, monitorare, sottoporre a quarantena.

Non dovrebbe esserci bisogno di particolari campagne pubblicitarie, per convincere le persone a sottoporsi al vaccino ordinario: «Abbiamo richieste tra l’80 e il 90% dei pazienti, quando di norma non si superava il 50%», racconta Pier Luigi Bartoletti, il segretario romano della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale). Gli studi già si stanno attrezzando per accelerare la somministrazione delle dosi: molti rimarranno aperti il fine settimana, sia il sabato che la domenica, altri ancora stanno reclutando spazi all’aperto, più grandi, per le «sedute vaccinali», spiegano dalla federazione. A Torpignattara, uno studio medico in via Bufalini ha preso accordi con un oratorio, per permettere di iniettare il vaccino a decine di pazienti, senza creare assembramenti nei corridoi.
 

Covid Italia, bollettino oggi 24 settembre: 1.786 nuovi contagi, 23 morti, 10 in Lombardia. Veneto e Lazio in testa

La situazione in Italia in base al bollettino del 24 settembre 2020.

I nuovi registrati nelle ultime 24 ore sono 1786, I morti nelle ultime 24 ore sono 23 (il totale sale così a 35.781). Gli attualmente positivi sono 46.780 (+666), i guariti da inizio epidemia 221.762 (+1.097).


«I medici stanno già ricevendo richieste di appuntamento da metà mese - riprende il presidente dell’Ordine, Magi - La priorità sarà data al personale sanitario e a chi ha più di 65 anni». Categoria per cui il vaccino antinfluenzale, così ha prescritto la Pisana, è obbligatorio.

NELLE PIAZZOLE
La Regione ieri ha distribuito le prime 329mila dosi alle Asl Roma 1 (Centro storico, San Lorenzo, Monte Sacro, Ottavia, Cassia) e Roma 2 (Tiburtino, Prenestino, Appio-Tuscolano, Garbatella, Tor Bella Monaca) e in provincia alla Asl Roma 6 (da Anzio a Frascati, da Pomezia a Velletri), oltre alle aziende sanitarie di Viterbo e Latina. Entro il primo ottobre, saranno consegnate altre 700mila scorte. Per ricevere il vaccino si potrà ricorrere anche ai “drive-in” sanitari, le piazzole dove oggi si va per sottoporsi al tampone Covid, allestite in parchi e ospedali. Il progetto è già allo studio del Sistema sanitario regionale, dovrebbe essere attivato entro un paio di settimane.

GLI ESAMI
Per monitorare l’avanzata del virus nei prossimi mesi, la Regione punta sui test nelle scuole. Tamponi rapidi, naso-faringei, per le medie e gli istituti superiori (ieri il primo esperimento, al liceo Vian di Anguillara, tutti negativi). E test salivari, molto meno invasivi, negli asili e alle elementari. Ieri su questo secondo tipo di esami si è espresso l’istituto Spallanzani. Bocciando i test salivari che forniscono una diagnosi ultra-rapida, in pochissimi minuti, attraverso card o “saponette”, mentre è stata avallata la sperimentazione che prevede invece l’esame di ogni campione in laboratorio, con tempi però più lunghi.

I «test di laboratorio sono accurati, più semplici e veloci dei test molecolari», ha spiegato la direzione del laboratorio di virologia dello Spallanzani, mentre «i test cosiddetti “rapidi”, anche noti come test “a saponetta”, sono più adatti per altre applicazioni». Stiamo parlando sempre di test salivari, diversi dai tamponi “rapidi”, eseguiti per esempio in aeroporto, che danno il risultato in pochi minuti, ma prevedono sempre che il bastoncino tocchi bocca e naso. Per quelli, ha ribadito l’istituto nazionale delle malattie infettive, non c’è alcun problema di affidabilità.
 
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