Covid Lazio, D'Amato: «Mascherine in strada se salgono i contagi, locali chiusi a Capodanno»

Covid Lazio, D'Amato: «Mascherine in strada se salgono i contagi, locali chiusi a Capodanno»
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 25 Settembre 2020, 00:23 - Ultimo aggiornamento: 06:18

«Anche nel Lazio potremmo introdurre presto l’obbligo di mascherina all’aperto», racconta a Il Messaggero Alessio D’Amato, l’assessore regionale alla Sanità.
Da cosa dipende, assessore?
«Dai numeri del contagio: la settimana scorsa abbiamo avuto l’indice Rt a 0,54, questa settimana arriveremo a 0,85. Se dovesse proseguire questo trend, se si scavalla l’1, interverremo sulle mascherine».

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Solo in alcune zone della città - a Genova, per esempio, l’obbligo vale in centro storico - oppure ovunque?
«Credo sia meglio una misura generalizzata. Il messaggio che viene dato è più semplice da far passare. E da far applicare. Poi saranno fondamentali controlli e sanzioni da parte di vigili e forze dell’ordine. Altrimenti, diciamo la verità, i divieti servono a poco».

Lo stop alle discoteche, a livello nazionale, scade il 7 ottobre. Nel Lazio il divieto proseguirà?
«Siamo orientati a tenerle chiuse, almeno fino alla fine dell’anno».

Capodanno senza balli, almeno al chiuso, quindi?
«Come dicevo, i dati presumibilmente non miglioreranno, quindi dobbiamo capire quali sono le priorità. E in questo momento sono scuole e università. Anche per gli stadi, lo abbiamo detto: non è il momento di riaprirli. Nel Lazio abbiamo fissato il limite a mille persone, altro che 25mila. Varrà anche per concerti ed eventi all’aperto. Rendiamoci conto che qui nella regione, per un’asta del pesce, a Formia, abbiamo avuto 80 contagi. Per un positivo, ora ricoverato. Figuriamoci in uno stadio o un concerto. C’è il rischio di ricreare un’Atalanta-Valencia. Poi vedremo quello che dirà il Cts, ma conoscendo la serietà e l’attenzione degli esperti, sono convinto che la nostra linea sarà confermata».

A proposito di scuole: i test salivari sono stati bocciati o no dallo Spallanzani? Da ieri c’è confusione...
«Facciamo chiarezza: lo Spallanzani ha validato il test salivare e ha detto che è attendibile, basta che la “lavorazione” sia fatta in laboratorio, con le provette. L’istituto considera invece scarsamente attendibile il test eseguito con le “card”. Andremo avanti quindi, con le provette, e i test salivari per materne ed elementari. Per chi ha più di 12 anni invece ci sarà il tampone rapido classico, naso-faringeo, un po’ più invasivo, lo so».

Quanti studenti contate di testare da qui alla fine dell’anno?
«Tutti: oltre 600mila persone».

Se i contagi risaliranno ancora, si punterà di più sulla didattica a distanza e meno sulla presenza in classe? Si può pensare a una settimana corta?
«Non ci saranno direttive da parte nostra, sono scelte che faranno in autonomia i presidi. Anche sulle attività commerciali, bar e ristoranti, non prevedo interventi nei prossimi mesi. Per noi è fondamentale, in questa fase, l’attività di screening. Non a caso abbiamo deciso di prevedere che i test antigenici vengano eseguiti su ogni paziente che sale sull’ambulanza dell’Ares 118, in modo da avere un controllo subito, prima dell’ospedale. Abbiamo ordinato un milione di tamponi rapidi. Purtroppo credo che il trend dei contagi di questi giorni ci accompagnerà per un po’, è legato alla ripresa. Dobbiamo avere tutti gli strumenti per fronteggiarlo».

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