Una buca ogni 15 metri con un diametro medio di 35 centimetri. Otto strade su 10 contano almeno una buca e il 55% ne conta più di una. Questa è la rilevazione fatta dal Codacons sullo stato dell'asfalto a Roma: sull'effetto groviera pesano anni di mancati interventi strutturali - l'ultimo fu sotto Alemanno sindaco con lo smantellamento fino a un metro di profondità e il rifacimento completo di via dei Fori Imperiali, via Nazionale e via IV Novembre - il transito di mezzi pesanti, inclusi i bus che suppliscono a una metropolitana inefficiente; le cavità sotterranee, come quelle finalmente mappate in V Municipio pochi giorni fa. In più, i ritardi nei bandi per la nuova manutenzione: ereditato dalla Giunta Raggi, l'accordo quadro triennale, diviso in 12 lotti da 180 milioni di euro, è già in ritardo di oltre un anno, con offerte anomale e alto rischio ricorsi.
Buche a Roma, corsa contro il tempo per riparare le strade: «A luglio partono i lavori»
LA STORIA
L'Amministrazione grillina varò il programma strade nuove ma fu un'operazione estemporanea, a macchia di leopardo, non sistematica, non incisiva e che giunse, per di più, in clamoroso ritardo.
LE CRITICITÀ
E così, sono centinaia le strade, più o meno grandi, con l'asfalto ammalorato: in periferia e in centro, strade consolari e piccole viuzze. Viale Aventino, il Collegio Romano, via Pinciana, come Muratella o, a Montesacro, via Lina Cavalieri, via Tiburtina, Monteverde vecchio, Pigneto, Torrevecchia, Magliana. A questi problemi - scarsa programmazione, carenza di fondi, interventi di rifacimento appena superficiali - si somma il problema degli uffici tecnici municipali sguarniti di personale. In teoria, quando ci sono lavori stradali, gli uffici tecnici municipali dovrebbero vigilare sull'esecuzione a regola d'arte. In realtà, dice Fabrizio Santori, consigliere comunale della Lega, «per le strade non si fa manutenzione straordinaria vera, al massimo una romanella da 3 o, se va di lusso da 10 centimetri. E non ci sono controlli: il regolamento comunale in vigore di fatto lascia il Comune senza nessuno strumento reale di controllo sui lavori stradali. Non c'è sicurezza, manchiamo di efficienza ed efficacia».
Questa è al situazione e la sentenza del Tar, un paio di giorni fa, che ha accolto un ricorso del Codacons e dell'ex ministro della Famiglia con delega alla Disabilità, Antonio Guidi, ha dato al Campidoglio 6 mesi di tempo per rendere operativi i programmi spesso annunciati ma mai completati per ricoprire le buche.
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