Bioparco, biglietti in calo. Il Comune: non chiuderà

Bioparco, biglietti in calo. Il Comune: non chiuderà
di Michele Galvani
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Domenica 19 Maggio 2019, 12:16

«C’è la buona volontà di trovare una soluzione, forse già entro la fine di maggio». Ma per arrivare fin qui, alla salvezza del Bioparco, si è passati attraverso la gabbia dei leoni, la tana delle tigri e le bocche dei coccodrilli. La paura, insomma, è stata tanta e non è del tutto superata. Perché l’allarme conti e la possibile chiusura del parco di Villa Borghese, sono ancora in piedi. Il Campidoglio non ha infatti pagato la sua tranche per il 2018, un finanziamento di 3 milioni di euro, circa un terzo del volume d’affari della struttura. Fa sapere che tutto si sistemerà. Ma questo significa, per ora, non coprire gran parte dei costi del Bioparco: cibo e assistenza sanitaria agli animali, stipendi ai dipendenti, manutenzione dell’area. Il presidente della fondazione Francesco Petretti pochi giorni fa aveva scritto una lettera alla sindaca Virginia Raggi proprio per ricordare che senza questi fondi la struttura è «a rischio chiusura».

LE REAZIONI
La missiva ha fatto rumore. «Non c’è stata rottura con l’amministrazione, anzi il Comune è un ottimo interlocutore - sottolinea Petretti - e riconosce il valore del Bioparco. Chiuderlo sarebbe una grande sciocchezza. Abbiamo saputo che entro fine mese dovrebbero saldarci il 2018, questo significa che il cda potrà approvare il bilancio: evidentemente c’è stato un passaggio errato di carattere amministrativo». Il presidente, che ha sostituito circa un anno fa Federico Coccìa, ammette «la grande fatica» di portare avanti questa “azienda” che azienda non è perché «non è una struttura commerciale, non fa profitto. Ci sono molti ingressi gratuiti - precisa - e tanti sconti per le scuole, gli universitari e i romani stessi. Non possiamo e non vogliamo spingere i biglietti». Non solo. In questi ultimi mesi gli ingressi hanno subìto un brusco calo. «Nel weekend facciamo 6.000 anche 7.000 ticket, adesso siamo sui 500-600. Un colpo duro, dovuto soprattutto al maltempo. Come fanno due gocce, non viene nessuno, i romani in particolare». Dunque, a conti fatti, si va verso il salvataggio del Bioparco, «eppure quando c’ero io queste cose non succedevano, mi preparavo prima: il bilancio era sempre in attivo», si toglie un sassolino dalle scarpe l’ex presidente Coccìa. Che però puntualizza: «Questa notizia per me è un colpo al cuore, mi metto a disposizione per qualsiasi evenienza. Il Bioparco lo sento come una mia creatura: l’ho preso che era un zoo comunale ed è diventato Bioparco. L’ho internazionalizzato: ho tolto le gabbie e lasciato gli animali all’aperto, i visitatori sono cresciuti del 20%, è una struttura gioiello: quando si facevano utili venivano reinvestiti per le migliorie interne. Così, adesso, non si può votare il bilancio».

IL MUNICIPIO
Non manca l’appello del II Municipio. «Il Bioparco va salvato assolutamente - fa sapere la presidente Francesca Del Bello - penso a iniziative come i centri estivi, al valore educativo e naturale di questa struttura. È un parco a tutti gli effetti, faccio appello al Comune affinché non venga chiuso: è una meraviglia del nostro territorio». Alla fine l’area non dovrebbe chiudere. Resta, forse, la lezione: le cose vanno fatte bene e in anticipo, soprattutto quando in ballo ci sono posti di lavoro, la salute degli animali e il valore sociale di un “prodotto” di cui la Capitale può andare (ancora) fiera.
 

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