Scuole materne e casi sospetti da Covid-19: è già caos. Il Campidoglio con la “task force” dell’assessorato alla Scuola ha dettato la linea su come comportarsi di fronte a una sospetta infezione da Sars-Cov-2: mettere in quarantena non solo il bambino sospetto ma l’intera classe in attesa dell’esito del tampone. E questo potrebbe valere certo, per casi sospetti che si scoprono nell’edificio durante le ore di lezione. Ma se un bambino manifesta i sintomi a casa? Anche l’intera classe deve essere posta comunque in isolamento secondo il Comune. È successo questo in una materna della Montagnola lunedì pomeriggio alla ripresa delle attività didattiche ed è scoppiato il caos.
Tanto che gli uffici del dipartimento Servizi educativi, dopo diverse richieste di chiarimento, hanno scritto martedì a tutti i Municipi della Capitale specificando meglio cosa si deve fare: in merito alle «indicazioni operative per la gestione di casi di focolai di Sars-Cov-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia, il documento dell’Istituto superiore di Sanità (n. 58/2020) è da considerarsi prevalente rispetto a qualsiasi documento interno redatto dall’amministrazione capitolina». In sostanza, le regole da seguire sono queste: «La valutazione dello stato di contatto stretto è di competenza delle Asl e le azioni sono intraprese dopo una valutazione della eventuale esposizione. Se un alunno/operatore scolastico risulta positivo al Covid-19, l’Asl valuterà di prescrivere la quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e agli eventuali operatori scolastici esposti che si configurino come contatti stretti. La chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all’interno della comunità».
Le regole
Ancora: «Un singolo caso confermato in una scuola non dovrebbe determinarne la chiusura soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata. Inoltre, l’Asl potrà prevedere l’invio di unità mobili per l’esecuzione di test diagnostici presso la struttura scolastica in base alla necessità di definire eventuale circolazione del virus». Nel documento viene specificato, inoltre, anche cosa fare se un bimbo manifesta i sintomi a casa: «L’alunno deve restare a casa. I genitori devono informare il pediatra e devono comunicare l’assenza scolastica per motivi di salute» ma in tal caso non viene prevista la quarantena per i compagni di classe del bambino prima che arrivi l’esito del tampone. E invece a Roma è successo il contrario. Motivo per cui il dipartimento Servizi educativi ha espressamente detto ai Municipi che fa fede il documento dell’Istituto superiore di Sanità.
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