Monteverde senza tram, i residenti: «Siamo tornati a vivere, rumori e vibrazioni erano intollerabili»

Viaggio nel quartiere dove passava la linea 8 oggi ferma per i lavori sui binari

Monteverde senza tram, i residenti: «Siamo tornati a vivere, rumori e vibrazioni erano intollerabili»
di Alessia Marani
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Sabato 5 Agosto 2023, 00:16 - Ultimo aggiornamento: 10:47

Silenzio. A Monteverde da quando il passaggio del tram 8 si è interrotto per dare modo di aprire il grande cantiere per il rifacimento della massicciata e dei binari ormai deteriorati, sulla Gianicolense le orecchie dei residenti riposano. «Non se ne poteva più dello stridere dei convogli. Abito all’inizio della circonvallazione, nei pressi dell’incrocio con i Colli Portuensi - dice Alessandra, 47 anni, infermiera al San Camillo - e ora finalmente metto la sveglia. Prima, invece, a tirarmi giù dal letto era la messa in servizio a inizio turno dei “bisonti”. Se si potesse tornare indietro nel tempo questa linea la cancellerei». Inaugurato nel ‘98, il tram piombò nel quartiere tra mille polemiche. A nulla valsero le proteste dei cittadini, né la costituzione di comitati del “no”. Di punto in bianco vennero soppressi autobus diretti in Centro e in altri quartieri come il 13, il 27, il 65, il 181, il 717 e il 774. Il tutto per fare spazio al «tram veloce» come venne annunciato all’epoca. E, invece, ora che il cantiere avviato un anno fa (e non ancora concluso) ha fermato tutto, viene fuori il paradosso: le navette sostitutive sono più veloci. «Passano una dopo l’altra - dice Ennio, 67 anni, ex portiere di uno stabile di via Palasciano appena sceso alla fermata di San Giovanni di Dio - e quando possono si immettono sulla preferenziale del tram, nei tratti in cui il cantiere non è operativo. Risultato? Si muovono più veloci, dribblando il traffico e recuperando il tempo perso ai semafori. Ora per arrivare da Monteverde a piazza Venezia impiego mezz’ora, con il tram almeno 40-45 minuti». Il paradosso è balzato all’attenzione anche dei social di quartiere. Il tram veloce si è rivelato una tram «lumaca».

VIAGGI LUMACA

«Già i tram di Roma vanno pianissimo, si fanno tutti i semafori.

Ma qui è assurdo: dalla stazione di Trastevere al Casaletto ci vogliono 20 minuti per percorrere due chilometri», afferma Lorenzo P.. Sono sedici le fermate che l’8 effettua nei cinque chilometri di percorso verso il centro città, diciassette in senso contrario. La perdita di tempo maggiore viene registrata dagli utenti nell’attraversamento del semaforo all’incrocio in prossimità del Ministero dell’Istruzione. Si chiede Patrizia, monteverdina doc: «Anziché spendere tanti soldi per questo vecchio sistema di tram, che vanno più lentamente degli autobus attualmente in sostituzione, non si potrebbe riservare la corsia preferenziale a moderni autobus doppi che vanno anche ad elettricità simili a quelli della Nomentana ed a quelli che collegano la città a Castel di Leva?». Ma ormai tornare indietro in questo quadrante di Roma pare impossibile. Fabrizio la cui famiglia gestisce il Pic nic bar sulla Gianicolense dagli anni ‘80 ricorda «quando prendevamo il 26 e il 27 per spostarci ed erano molto comodi». Invece ora la direttrice è praticamente obbligata: «Ti devi spostare solo lungo quest’asse, con tempi molto lunghi». Indica la «barriera» di fronte ai suoi occhi: «La strada e il quartiere sono stati divisi in due, gli attraversamenti sono pochi, è cambiata la fisionomia della zona. Questo è un errore a cui noi ci siamo praticamente dovuti rassegnare e in cui rischiano di precipitare nei quartieri dove si vuole realizzare». Un altro barista all’Old Moon spiega: «La verità è che con moderni autobus elettrici fatti viaggiare sulle preferenziali non avremmo avuto bisogno neanche di interventi di manutenzione così imponenti come quello attuale sulla rete tranviaria, ma i turisti vengono attratti dalla presenza del tram perché lo immaginano veloce come una metropolitana. Invece...».

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