Galina, da Bravetta a Žytomyr andata e ritorno guardando negli occhi l’orrore della guerra in Ucraina

Le atrocità della guerra hanno restituito a Galina un fratello invalido e un cugino morto.

la guerra in ucraina
di Raffaele Marra
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Martedì 7 Febbraio 2023, 20:22

E’ una storia, quella di Galina, una delle tante che accomunano donne di origine ucraine e l’Italia. Trapiantata a Roma da tantissimo, vive a Bravetta, quartiere del quadrante ovest della capitale ormai da 15 anni, sposata con un italiano e mamma di due splendidi figli, originaria di Žytomyr in Ucraina, una cittadina a 150 chilometri dal confine bielorusso e a 140 ad ovest di Kiev dove ha vissuto fino a poco più di 20 anni, da circa un anno vive perennemente con l'angoscia addosso.

Da quasi un anno vive un dolore continuo, lo fa tutti i giorni attraverso gli occhi, le parole e i video dei suoi genitori, fratelli e cugini che ancora vivono lì. Una preoccupazione pagata cara da Galina che ha visto suo fratello andare in guerra e ritornare mutilato per una scheggia di un missile e addirittura con la morte di suo cugino.

«Un missile è ancora lì non esploso a circa un chilometro da casa di mia sorella - incomincia il suo racconto con gli occhi lucidi Galina - mio fratello Misha poi che ha 38 anni ed è più grande me di tre è andato volontario in prima linea a Sjevjerodonec'k nel Donbass e si è preso una scheggia di un missile che è rimbalzate su un muro di un palazzo e lo ha colpito in testa è vivo per miracolo, adesso non vede dall'occhio destro, non sente dall’orecchio e ha una placca metallica al posto dello zigomo destro sotto l’occhio. A mio cugino Serghei è andato peggio, purtroppo ci ha rimesso la vita, aveva 31 anni ed ha lasciato la moglie Luba e due figli un maschietto di 11 e una femminuccia di 3 anni, era a Donetsk ed è stato colpito da un missile sparato da un drone, ma non ci hanno detto di più neanche il posto esatto».

Un orrore che Galina vive ogni giorno con le informazioni e gli allarmi che le arrivano sul telefono tramite app come succede ad ogni ucraino: «Chiamo tutti i giorni i miei genitori che sentono i missili che partono dalla Bielorussia e gli passano sopra la testa, mi tengo in contatto anche con i miei fratelli - conclude Galina - parlo con mia cugina Vita che è infermiera in un ospedale di Kiev e vede tutti i giorni  gente mutilata, in fin di vita o morta, è sempre proccupata per suo marito che è sul fronte a Bachmut è una città dell'ucraina orientale nell'Oblast' di Donec’k, li fanno restare una settimana poi li alternano per farli riposare e dopo una settimana o ritornano lì o spostano su un altro fronte».

 

Galina è un fiume in piena alterna i singhiozzi con una rabbia repressa: «Mio fratello sta male, parlo poco della guerra, se non è lui a farlo, tanta gente come non vuole parlare dell’orrore che sta vivendo vogliono parlare di cose leggere, cose “stupide”, per non pensare alla loro brutta quotidianità».

Gallina manda tutte le settimane un pacco con i medicinali e quello che può essere utile per il primo soccorso: «Di solito con mia zia che abita anche lei a Roma, mandiamo antibiotici e tanto Tranex usato per il trattamento del sanguinamento delle ferite facciamo quello che possiamo, sperando che finisca presto».

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