Le volanti del commissariato San Basilio lo hanno trovato che passeggiava, quasi nulla fosse, più giù di Montesacro in una traversa della Nomentana, non lontano da viale Kant. Su di lui pendeva una condanna a sette anni di carcere per violenza sessuali nei confronti di minore, spiccata dalla Corte d’Appello di Roma il 30 settembre scorso. Ma di carcere non aveva fatto un solo giorno negli ultimi due mesi. Quando gli agenti, riconoscendolo lo hanno fermato, non ha opposto resistenza alcuna e da lì, da via Bracciolini, è stato portato a Rebibbia. Per anni aveva molestato e violentato la figlia della propria compagnia, denunciato aveva subito più di un processo ed era stato condannato. Dal 12 novembre scorso è in carcere. Si tratta di un italiano, oggi 70enne, idraulico di professione e originario di Rieti. La vicenda che lo vedrà prima indagato e poi imputato fino alla condanna risale al 2013 quando, all’oscuro della compagna, violentava costantemente la figlia di quest’ultima.
LA VICENDA
Una ragazzina che all’epoca dei fatti aveva appena 13 anni.
LA VIOLENZA
Era di fatto il suo patrigno e da quanto poi accertato nelle indagini, ogni volta che la madre della piccola usciva di casa l’idraulico si scaraventava su di lei. Il silenzio era il loro patto, o almeno la costrizione a cui l’uomo aveva portato una bambina. Che per paura ed anche un senso di vergogna non aveva mai trovato il coraggio di parlare. Erano pertanto arrivati gli stati d’ansia, la depressione, il cattivo rendimento a scuola, la voglia di uscire sempre e comunque con la madre per non restare da sola in casa anche se la donna doveva svolgere delle semplici commissioni, come fare la spesa o andare alla posta. Tutti comportamenti che alla fine hanno insospettito la madre fino a che la figlia è riuscita ad aprirsi e a confidare, tra le lacrime, quanto le fosse accaduto. Non una sola volta, ma in più occasioni. Da quel racconto nel 2013 non passò neanche una giornata: la madre della ragazzina l’afferrò per la mano e con lei andò a denunciare il proprio compagno alla polizia. Il condannato si era reso irreperibile ma a tradirlo pare sia stato il nascondiglio a casa della sorella, in quella strada dove tre sabati fa è stato fermato intorno alle 9 del mattino.
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