Se ne parlava più al Sestriere, a Cortina o al Terminillo piuttosto che a Roma. Perché il negozio "Banchetti sport" la fama se l'era meritata sul campo, anzi sulle piste da sci. Grazie a quel tessuto elasticizzato scovato in Francia con il quale confezionava pantaloni da sci che non avevano rivali. E prima di vedere chi arrivava primo in fondo alla Pattemouche, alle Tofane o alla pista che porta il nome di famiglia al Terminillo, si faceva a gara a sfoggiare il prezioso capo di abbigliamento acquistato nel negozio del sor Vittorio, a Campo Marzio.
Erano i magnifici Anni 60, quelli iniziati dalle Olimpiadi di Roma - le ultime "a misura d'uomo", le più belle di sempre - e proseguiti con il boom economico che portò in città e nel Paese un benessere diffuso. Così un "semplice" negozio di articoli sportivi divenne un luogo cult per i romani: in vetrina e su quegli scaffali si poteva intercettare prima di chiunque altro la tendenza pronta a fare irruzione sul mercato, a scoprire la griffe che di lì a poco avrebbe sbaragliato la concorrenza. Varcare quella soglia poteva voler dire incontrare un attore, uno sportivo, un politico, un vip dei tanti a caccia del "pezzo pregiato". Questione di talento ereditato da papà Galliano. Vittorio se n'è andato lunedì scorso, 1 aprile giorno di Pasquetta.
LE ORIGINI
Il negozio a Campo Marzio è solo la penultima parte di una storia che comincia nel 1918 a via dello Statuto, a pochi passi dall'allora nuovissima piazza Vittorio. Qui Galliano, toscano di Figline Valdarno, aprì una rivendita di sale, tabacchi e polvere da sparo (le cartucce da caccia costavano care all'epoca e si ricaricavano). Nel 1926 il trasferimento in un negozio poco distante ma molto più grande in via Principe Eugenio di fronte al Palazzo del Freddo della gelateria Fassi. Qui crebbe la varietà della merce venduta: armi da caccia, equipaggiamento per la pesca e per lo sport a cominciare dagli sci, poi scarpe da calcio e palloni. Su iniziativa del fratello Tonino, il marchio Banchetti sport fu il pioniere delle sponsorizzazioni di eventi, come i tornei di sci nautico all'Argentario, il Trofeo Banchetti di pesca sportiva alla quale partecipò anche con un suo team campione d'Italia dal 54 al 57; o dando il nome a una delle piste da sci del Terminillo. Nel 53, inoltre, il negozio divenne "fornitore ufficiale" della Roma calcio anche qui antesignano di ciò che è divenuto consuetudine solo molti anni più tardi. Vittorio, sesto di sette fra fratelli e sorelle, cominciò a lavorare in negozio dall'età di 14 anni e quando ne aveva 20, nel 1961, il padre gli affidò il nuovo negozio in via di Campo Marzio.PRESENTE E FUTURO
Qui, assieme alla moglie Paola, l'insegna crebbe fino a conquistare la fama che oggi, con la sua scomparsa, è tangibile grazie all'affetto, l'ammirazione e la gratitudine da parte di amici, clienti, e semplici cittadini che riconoscono l'importanza di un'attività commerciale entrata con pieno diritto nell'Associazione Negozi Storici d'Eccellenza della Capitale. Gloria assaporata già nel 2018, con le celebrazioni del centenario. Nel 2020, poi, il trasferimento delle vetrine in via del Leone, angolo piazza della Torretta, portandosi dietro tutto il carico di storia con il testimone passato nelle mani delle figlie Elisabetta e Francesca.
«Il negozio conserva tutti i cimeli, dagli sci di legno ai primi prototipi di fucili subacquei, alla scultura in ceramica di Diana la dea della caccia. E ci sono anche i ricordi immortalati nelle fotografie con grandi campioni del passato, con i tennisti Vitas Gerulaitis, Guillermo Vilas, Arthur Ashe anche loro clienti, così come gli assi dello sci come Gustav Thöni e Piero Gros. Ma abbiamo avuto l'onore di avere da noi anche presidenti della Repubblica. Nomi? Preferiamo non farli per rispetto della privacy e per non rischiare di dimenticare qualcuno». Perché Banchetti sport non era e non è un semplice negozio: «Diciamo che è un salotto. Qui, provando una tuta da sci o un paio di scarpe da tennis, si sono chiusi anche importanti affari», spiegano Elisabetta e Francesca.