Tram via Nazionale «fermo un giorno su 3» per manifestazioni e scioperi. Sul percorso della tranvia ogni anno 111 cortei

I dati della Questura. L’ex comandante dei vigili: «I convogli saranno costretti a rimanere in deposito»

Tram via Nazionale «fermo un giorno su 3» per manifestazioni e scioperi. Sul percorso della tranvia ogni anno 111 cortei
di Fernando M. Magliaro
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Mercoledì 22 Novembre 2023, 00:00

Centoundici: scioperi, manifestazioni, cerimonie, celebrazioni, cortei, fra piazza della Repubblica, piazza Santi Apostoli e l’Altare della Patria. Centoundici eventi che finiranno per causare lo stop al tram Tva che, quindi, in media rimarrà fermo un giorno su tre. Lo avevano detto vigili urbani, sindacati di polizia e dei taxi. Ora arrivano i dati ufficiali della Questura. 

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Parliamo del progetto del Comune, bandiera della lobby filo tram, di qualche vecchio politico in disarmo e del circondario di pseudo ambientalisti humus di una certa sinistra, di realizzare una nuova linea tranviaria fra i capolinea di Termini, davanti la sede della Soprintendenza di Palazzo Massimo, il Vaticano a piazza Risorgimento, e all’Aurelio, a piazza Giureconsulti, la Tva, appunto. In totale, stando alle sempre attendibilissime previsioni dei tecnici del Comune, per realizzare questi 8,9 chilometri di doppio binario con 18 o 19 stazioni si spenderanno 294 milioni di euro - 120 da fondi Pnrr e 174 da stanziamenti che il ministero dei Trasporti ha “accantonato” - con cantieri che dureranno 47 mesi, fra aprile 2024 e la primavera 2028 con la sospensione (non meglio specificata) del cantiere durante l’anno del Giubileo.


I CONTRARI
Residenti, commercianti e albergatori si sono schierati contro questo progetto, ritenuto semplicemente inutile e dannoso.

Insieme a loro, spiccano i “no” di personalità del mondo della politica e tutt’altro che tacciabili di posizioni antiambientaliste, come l’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli; l’ex assessore all’Urbanistica della Giunta Veltroni, Roberto Morassut; l’ex consigliere comunale e deputato di Verdi e Sel, Paolo Cento, storica voce dell’ambientalismo romano. Poi, il mondo dei tecnici. Docenti di ingegneria dei Trasporti, di ingegneria civile e ingegneria acustica di vari atenei italiani, l’ex presidente dell’Ordine degli Ignegneri di Roma, Francesco Duilio Rossi; l’ex direttore della Mobilità di Comune e Regione, Alessandro D’Armini. Storici e archeologi, sacerdoti titolari delle chiese storiche del centro. E un lunghissimo elenco di tecnici: l’ex prefetto di Roma, Emilio Del Mese; il presidente nazionale del Sis 118, Mario Balzanelli; il segretario regionale della Società dei Medici d’Urgenza e Emergenza, Giulio Maria Ricciuto; il segretario generale del Sindacato Medici italiani, Paola Onotri.


LE INTERFERENZE
Fra i primi a evidenziare il problema “interferenze” in centro con le funzioni di Capitale della Repubblica, erano stati l’ex comandante generale dei vigili urbani, Antonio Di Maggio, e l’ex vicecomandante del Gruppo Centro Storico, Gianfranco Barba, che aveva anche la responsabilità per conto del Corpo, dell’ordine pubblico durante le manifestazioni: «In sequenza dal capolinea di Termini, incrociamo la Basilica di Santa Maria degli Angeli dove si tengono le cerimonie religiose di Stato. Poi, piazza della Repubblica che è il punto di raduno di tutti o quasi i cortei di Roma, a partire dal gay pride o dal quello del 1 maggio. Poi, a Santi Apostoli si tengono ogni anno decine di sit-in e a piazza Venezia c’è l’Altare della Patria con le cerimonie di Stato. Ogni volta, questi eventi comportano deviazioni del traffico e anche dei mezzi pubblici. Solo che un tram non è che lo puoi deviare come una linea bus. Si ferma, non parte». 


Discorsi esattamente analoghi a quelli evidenziati dai sindacati della polizia di Stato ma anche dai tassisti: ovvero, da tutte quelle categorie che, a differenza dei progettisti capitolini che vivono nel mondo dei rendering, vivono e lavorano in strada conoscendo ogni aspetto e conseguenza degli eventi che vi avvengono. 
«La verità è che ogni volta che ci sarà una manifestazione che comporterà una deviazione al Tpl, il tram rimarrà fermo. Come avviene già, ad esempio, quando ci sono le manifestazioni a piazza Vittorio: i tram vengono fermati prima», spiegava ancora Barba.


I NUMERI
Ecco i numeri allora, ufficiali della Questura di Roma: quattordici sono stati i cortei che hanno avuto come punto di raduno piazza della Repubblica; 75 i sitin a piazza Santi Apostoli; 18 le cerimonie di Stato all’Altare della Patria e 4 le celebrazioni religiose alla Basilica di Santa Maria degli Angeli. Totale: 111. E quando qualche sindaco tentò di delocalizzare fuori dal centro i cortei, i giudici sancirono il predominio del diritto a manifestare su quello alla mobilità. Per informazioni, rivolgersi ad Alemanno.
 

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