Roma, la spazzatura della Capitale smaltita in Abruzzo: accordo fino a dicembre. Ecco in quali impianti

C'è l'ok alla proroga: saranno conferite alla Regione oltre 76mila tonnellate di indifferenziato

Roma, la spazzatura della Capitale smaltita in Abruzzo: accordo fino a dicembre. Ecco in quali impianti
di Giampiero Valenza
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Mercoledì 11 Gennaio 2023, 07:11 - Ultimo aggiornamento: 15:07

La Regione Abruzzo salva Roma: la Capitale continuerà a smaltire i suoi rifiuti indifferenziati superando l'Appennino fino al 31 dicembre di quest'anno. La giunta Marsilio proprio mentre si stava apprestando a salutare il nuovo anno, il 29 dicembre del 2022, ha autorizzato senza soluzione di continuità e fino al 31 dicembre del 2023, la proroga dell'accordo tra Lazio e Abruzzo per il conferimento e il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti da Roma Capitale.

DOVE
Due sono gli impianti del trattamento meccanico biologico (Tmb) coinvolti nel processo di smaltimento dell'immondizia capitolina in Abruzzo: uno è quello dell'Aciam che si trova alla Stanga, nel Comune di Aielli, in Provincia dell'Aquila, che tratterà 100 tonnellate al giorno per un massimo di 4,600 tonnellate per tutto l'arco dell'anno.

L'altro, invece, è l'impianto di Deco nella frazione di Casoni, nel Comune di Chieti, che avrà la possibilità di ricevere la stessa quantità quotidiana di rifiuti dello stabilimento aquilano ma che potrà raggiungere la quota massima di 72.000 tonnellate. Quindi, in totale, grazie alla delibera della giunta guidata da Marsilio (che, tra l'altro, prima di essere presidente della Regione Abruzzo, senatore e deputato fu proprio consigliere comunale di Roma e consigliere del I Municipio), si potranno smaltire fino a 76.600 tonnellate di indifferenziato.

L'INTESA
Il provvedimento ha coinvolto anche la giunta del Lazio, che si è riunita proprio come ha fatto quella dell'Abruzzo per prorogare i termini dell'accordo. In quest'atto è la stessa Regione a considerarne la necessità nonostante abbia perseguito l'obiettivo di pianificazione del raggiungimento dell'autosufficienza per la gestione dei flussi di rifiuto indifferenziato. Il territorio di Roma Capitale risulta, dice la delibera, ancora oggi in sofferenza sia per quanto riguarda il trattamento a causa del grave incendio che ha interessato (e reso non più operativo) l'impianto di trattamento meccanico biologico Malagrotta 2, sia per quanto riguarda gli impianti di smaltimento finale (discariche) per il progressivo esaurimento dell'impianto di discarica di riferimento di Albano Laziale tutt'oggi in esercizio con ordinanza del sindaco della Città metropolitana. Quindi, per ora, la soluzione per tamponare l'emergenza è quella di portare i rifiuti fuori Regione.

Nell'ambito delle tariffe di conferimento dei rifiuti solidi urbani agli impianti Tmb applicate dalle società, oltre agli oneri dovuti alle aziende (cioè 10 euro a tonnellata di cui 7,70 da versare alla Regione Abruzzo e 2,30 euro a tonnellata da riconoscere ai Comuni abruzzesi interessati) viene ricompresa una quota tariffaria maggiorata di 5 euro a tonnellata a titolo di compensazione ambientale. Così, l'Abruzzo arriva a ottenere un totale di 15 euro a tonnellata: 11,55 da riconoscere alla Regione e 3,45 che invece vanno ai Comuni. Risorse che andranno per interventi di riduzione, riuso, riciclo dei rifiuti e rimozione di quelli abbandonati. Intanto, il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio, Francesco Rocca, dice: «Quando ho detto con chiarezza basta con le discariche nella regione Lazio, ovviamente e implicitamente dico sì al termovalorizzatore». «Ma - aggiunge - occhio alla posizione perché lo hanno messo in un luogo che crea problemi soprattutto alla viabilità». «Se facciamo passare il messaggio che il termovalorizzatore è la soluzione ai problemi, andiamo sulla strada sbagliata - continua - Quella deve essere la conclusione di un ciclo, ma se non aumentiamo la differenziata, continueremo ad essere la vergogna di Europa».

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