Ha combattuto contro il fuoco, scalato montagne e salvato vite, Ma l’acqua gli è stata fatale. Michele Pullo, 61 anni, ispettore capo delle unità speciali dei vigili del fuoco in servizio presso il comando provinciale di Roma è morto sabato mattina ad Africo, in provincia di Reggio Calabria, dopo un’immersione. Aveva alcuni giorni di ferie ed era andato in vacanza con il fratello. L’uomo avrebbe avuto un malore in mare e purtroppo non c’è stato niente da fare. Domani sarà allestita la camera ardente in via Genova dalle 9 alle 17, presso il comando provinciale dei vigili del fuoco.
Immersione fatale, muore il vigile del fuoco Michele Pullo
La tragedia
Aveva vissuto da protagonista le calamità naturali e le tragedie che hanno segnato il nostro paese, i terremoti di Amatrice e quello di Camerino, nelle Marche.
Il ritratto
Una missione. L’uomo, era nato a Ripi in Ciociaria dove ha trascorso l’infanzia. Lascia, la sorella Flavia, i fratelli Fabio e Massimiliano e un esercito di amici e colleghi con cui aveva stretto rapporti intensi. Riservato, ma sempre operativo. Amava le arrampicate in montagna come pure le immersioni, ma al primo posto c’era il suo lavoro. Una missione. Invece è morto in ferie, probabilmente per un malore, nella terra d’origine della madre. «Un collega stimato, molto apprezzato - ricorda il collega e amico Marco Piergallini - era funzionario dei vigili del fuoco dall’83, prima al comando di Milano, poi di Torino, da tempo a Roma. Protagonista di numerosi interventi di soccorso in ogni calamità avvenuta in Italia e all’estero, ha fondato l’Usar nel Lazio (Urban search and rescue). Il suo è un progetto avanzatissimo di un campo macerie depositato al dipartimento, di un campo macerie addestrativo con tanti scenari sviluppati all’ennesima potenza. Auspico davvero che venga attuato, per onorare la sua memoria e professionalità».
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