Michele Pullo, l’angelo dei vigili del fuoco muore in un’immersione durante le ferie: aveva salvato molte vite

Aveva alcuni giorni di ferie ed era andato in vacanza con il fratello

Michele Pullo, l’angelo dei vigili del fuoco muore in un’immersione durante le ferie: aveva salvato molte vite
di Raffaella Troili
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Lunedì 2 Ottobre 2023, 23:47

Ha combattuto contro il fuoco, scalato montagne e salvato vite, Ma l’acqua gli è stata fatale. Michele Pullo, 61 anni, ispettore capo delle unità speciali dei vigili del fuoco in servizio presso il comando provinciale di Roma è morto sabato mattina ad Africo, in provincia di Reggio Calabria, dopo un’immersione. Aveva alcuni giorni di ferie ed era andato in vacanza con il fratello. L’uomo avrebbe avuto un malore in mare e purtroppo non c’è stato niente da fare. Domani sarà allestita la camera ardente in via Genova dalle 9 alle 17, presso il comando provinciale dei vigili del fuoco.

Immersione fatale, muore il vigile del fuoco Michele Pullo

La tragedia

Aveva vissuto da protagonista le calamità naturali e le tragedie che hanno segnato il nostro paese, i terremoti di Amatrice e quello di Camerino, nelle Marche.

Nel 2016 ad Amatrice Pullo aveva salvato l’ultima persona ancora viva rimasta sotto le macerie, un ragazzo afgano di nome Sayed. Sempre operativo anche all’estero, per aiutare chiunque fosse in difficoltà. Scapolo, l’ingegner Michele Pullo, direttore coordinatore speciale del comando provinciale dei vigili del fuoco di via Genova, era in vacanza con il fratello. Nonostante i soccorsi del 118, dei vigili del fuoco del luogo e dei carabinieri. Un dolore grande, per i familiari e per gli amici dell’ingegnere che aveva guidato i reparti speciali di soccorso dei vigili del fuoco come le squadre Usar, le prime a partire in caso di calamità naturali, come le due che sono appena tornate dall’alluvione a Derna, in Libia. Tanti i messaggi e i ricordi sui social, per un professionista che amava il suo lavoro e che correva su tutte le emergenze.

Il ritratto

Una missione. L’uomo, era nato a Ripi in Ciociaria dove ha trascorso l’infanzia. Lascia, la sorella Flavia, i fratelli Fabio e Massimiliano e un esercito di amici e colleghi con cui aveva stretto rapporti intensi. Riservato, ma sempre operativo. Amava le arrampicate in montagna come pure le immersioni, ma al primo posto c’era il suo lavoro. Una missione. Invece è morto in ferie, probabilmente per un malore, nella terra d’origine della madre. «Un collega stimato, molto apprezzato - ricorda il collega e amico Marco Piergallini - era funzionario dei vigili del fuoco dall’83, prima al comando di Milano, poi di Torino, da tempo a Roma. Protagonista di numerosi interventi di soccorso in ogni calamità avvenuta in Italia e all’estero, ha fondato l’Usar nel Lazio (Urban search and rescue). Il suo è un progetto avanzatissimo di un campo macerie depositato al dipartimento, di un campo macerie addestrativo con tanti scenari sviluppati all’ennesima potenza. Auspico davvero che venga attuato, per onorare la sua memoria e professionalità».
 

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