PERUGIA - Atti persecutori, danneggiamento seguito da incendio e accesso abusivo a sistemi informatici: queste le ipotesi di reato per cui la procura di Perugia ha chiesto il rito immediato nei confronti di Pierluigi Casale, comandante della polizia locale di Cellole (provincia di Caserta) dopo essersi trasformato, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, nell'aguzzino di una vigilessa perugina trentenne con cui aveva avuto una relazione nel periodo in cui la donna lavorava alla polizia locale del comune casertano. L'udienza si svolgerà mercoledì prossimo, con la donna difesa dall'avvocato Marco Brusco.
I FATTI
Il caso esplode, in tutti i sensi, nella notte dello scorso 12 marzo quando tre auto vanno improvvisamente a fuoco in un parcheggio a Ripa. Dopo aver spento le fiamme, i vigili del fuoco forniscono ai carabinieri elementi significativi per andare nella direzione di un incendio di natura dolosa. Cosa che le indagini dei militari dell'Arma portano a far emergere qualche settimana dopo, quando il 46enne attualmente ancora a capo della polizia locale di Cellole viene indagato dalla procura perugina: è lui, secondo investigatori e inquirenti, l'autore dell'incendio che ha distrutto le tre auto. In realtà l'obiettivo era solo una: quella della sua ex, ma poi le fiamme si sono allargate anche alle altre due macchine parcheggiate a fianco.
Le centinaia di chilometri di distanza e una donna che dice basta, evidentemente non sono sufficienti come motivazione a lasciarla andare al proprio destino: la gelosia del 46enne - sempre secondo le accuse, ancora tutte da confermare - lo porta a rendere la vita impossibile alla ex anche a Perugia, attraverso non solo messaggi e minacce ma anche arrivandole fin dentro casa. I carabinieri, infatti, nel ricostruire l'inferno della donna stabiliscono anche come lui le sia entrato in casa di nascosto per impossessarsi delle password di internet e social network, per poterla controllare anche online.
Un incubo.
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