Emanuele Bangrazi muore in moto, travolto da un pirata di 84 anni che era ai domiciliari

La vittima era un ingegnere di Palestrina. L'autista è fuggito ed è stato rintracciato in casa

Muore in moto travolto da un pirata di 84 anni: Emanuele Bangrazi aveva 40 anni
di Massimo Sbardella
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Lunedì 2 Ottobre 2023, 23:51

Ancora sangue sulle strade della provincia. Stavolta a Cave, dove a perdere la vita è stato un ingegnere di 40 anni di Palestrina. Tutta la città è sotto choc per l’assurda morte di Emanuele Bangrazi, noto per essere una delle voci soliste del coro polifonico “Città del Palestrina”. Domenica era da poco uscito di casa quando, in via della Selce a Colle Palme (Cave), la sua moto si è scontrata con una Opel Corsa. Un impatto a bassa velocità che ha provocato una caduta di quelle da cui, solitamente, ci si rialza con qualche escoriazione e, al limite, una frattura. Per Emanuele, invece, quel volo sull’asfalto è stato fatale. Mentre la Opel Corsa fuggiva via, senza fermarsi a soccorrerlo, chi ha assistito all’incidente ha chiamato il 112 ma l’ambulanza, giunta sul posto poco dopo, non ha potuto che constatare il decesso del giovane. Per capire le cause della morte bisognerà aspettare l’esito dell’autopsia che, disposta dal magistrato, si è svolta ieri nel centro di medicina legale del Policlinico Tor Vergata. C’è da capire se a provocare la morte di Emanuele sia stato l’impatto del casco sull’asfalto oppure, come sembra, una frattura dell’osso del collo.

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Le indagini


Coordinati dalla Procura della Repubblica di Tivoli, sull’incidente hanno subito indagato i carabinieri del nucleo radiomobile di Palestrina e della stazione di Cave che, grazie agli elementi forniti dai testimoni, sono riusciti a risalire al conducente della Opel Corsa, un 84enne residente anche lui poco distante dal luogo dell’incidente.

L’uomo, accusato di omicidio stradale ed omissione di soccorso, è stato trovato a casa. Ciò che rende tutto più inquietante è che, a quanto pare, l’anziano si sarebbe trovato già in regime di arresti domiciliari e, quindi, non poteva stare in strada per di più alla guida di una macchina. Motivo per cui sarebbe fuggito dopo lo scontro, aggravando così ulteriormente la propria posizione. Quel che è sicuro è che Emanuele guidava sempre con prudenza la proprio Moto Guzzi 400 Gts Cafè Racer, una moto d’epoca (anno 1978) che aveva acquistato qualche tempo fa e, un pezzo alla volta, aveva rimesso completamente a nuovo. Una moto cinque anni più vecchia del proprietario che, per forza di cose, andava trattata con cura. Ecco perché quando la notizia è circolata nessuno, a Palestrina, riusciva a capacitarsi di quanto fosse stata cinica la sorte. Ora, dai familiari, agli amici, ai semplici conoscenti, tutti piangono Emanuele, per tutti un uomo dolce, sensibile, sorridente.

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Il cordoglio


«Non abbiamo parole per descrivere questo dolore – scrivono i compagni del Coro di Palestrina - Ogni nostra futura singola nota, finché e se ne avremo la forza, sarà per te, dolcissimo Emanuele». Tra i pensieri più sinceri e toccanti c’è quello di Claudio Marchetti, amico e compagno fin dalle scuole elementari, l’altra voce solista del coro: «Trentadue anni di amicizia e 17 di concerti – ricorda Claudio - fianco a fianco con i nostri amici del coro. Da solisti cantavamo, ci guardavamo negli occhi e ci facevamo forza l’un l’altro, quando avevamo paura di non farcela. Abbiamo passato anni ad emozionarci insieme fino a piangere abbracciati. Con un grande problema: quando scoppiavamo a ridere non riuscivamo a fermarci, fino a fare arrabbiare il Maestro». I due avevano condiviso anche l’esperienza con il nuoto e la pallanuoto: «Io e te le mezze ali: tu sulla destra e io sulla sinistra. Abbracci e risate anche lì! Non smetterò mai di volerti bene e di provare quel profondo senso di stima che ho sempre nutrito per te». Massimo Guerrini, commercialista e zio materno del giovane, affida ai social il proprio ritratto della vittima: «Amava la musica. Lascia un vuoto incolmabile nel cuore di tanti di noi. Era pieno di vita, bello, sereno e giudizioso. Un giovane di forti e grandi speranze». Speranze che si sono spente sull’asfalto. Come quelle di tutte le 135 vittime che, dall’inizio del 2023, hanno perso la vita sulle strade di Roma e provincia.
 

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