Un miraggio. E per chi deve partire monta l’ansia. Ieri intorno a mezzogiorno il primo appuntamento utile per rifare la carta d’identità elettronica a Roma era nel IV Municipio, in via Rivisondoli. Ma bisogna armarsi di tanta pazienza e aspettare il 19 marzo del 2024. Secondo appuntamento il 21 marzo nel XIII Municipio, in via Aurelia, altrimenti tutto slitta al 9 maggio (sempre dello stesso anno) in piazza Santa Maria della Pietà. E così chi va all’estero è alla ricerca di soluzioni alternative per evitare di rovinarsi il viaggio. Lo fa cercando di chiedere consigli in ogni modo: chiama lo 060606, si presenta nei Municipi, spulcia sul sito di Roma Capitale, con la speranza di trovare la soluzione giusta per rinnovare il documento nel modo più veloce possibile. E le alternative ci sono.
I NUMERI
Nei primi sei mesi del 2023 il Campidoglio ha registrato numeri da record: sono state fatte 192.094 carte d’identità elettroniche.
COME FARE
Intanto, chi approfitta di un viaggio dell’ultimo minuto può contare anche sull’emissione del documento d’identità cartacea motivandola per motivi di urgenza. E chi resta in Italia può usare la ricevuta Cie, rilasciata al momento della richiesta presso gli sportelli anagrafici, come se fosse la tessera di identificazione. Nel frattempo, ci sono novità anche per il rilascio degli altri certificati anagrafici. La giunta capitolina ha approvato la memoria con cui si conferma la possibilità per i romani di avvalersi delle edicole per ottenere i certificati anagrafici e di stato civile. «In attesa del rinnovo della convenzione con le associazioni di rappresentanza dei rivenditori di quotidiani e periodici, con questo atto l’amministrazione si impegna a mantenere attivo il servizio di estrazione dei certificati nelle edicole della rete territoriale - dice Catarci - Le strutture di Roma Capitale con il supporto e la collaborazione del data protection officer capitolino si sono immediatamente attivate nell’individuare una soluzione che recepisse la posizione del garante per la protezione dei dati personali per impedire che questo servizio alla cittadinanza venisse interrotto, come accaduto in altre città». Avviato nel 2020, il servizio in tre anni «ha consentito l’emissione di circa 350 mila certificati», conclude l’assessore.
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