«L'Almone non è una fogna» e i cittadini scrivono a Zingaretti

I residenti, le associazioni e i comitati di quartiere del VII Municipio hanno inviato una lettera per chiedere di monitorare i livelli di inquinamento del fiume

«L'Almone non è una fogna» e i cittadini scrivono a Zingaretti
di Raffaele Marra
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Sabato 12 Novembre 2022, 11:09 - Ultimo aggiornamento: 13:01

Almone non è una fogna. A questo grido i residenti, le associazioni e i comitati di quartiere del VII Municipio hanno fatto una levata di scudi verso il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti inviandogli una lettera per richiedergli di monitorare i livelli di inquinamento del fiume (conosciuto da tanti come Marrana della Caffarella, ndr) che ricordiamo attraversa due Parchi Regionali, quello dei Castelli Romani e dell’Appia Antica. Un monitoraggio richiesto dai cittadini che in tutti questi anni hanno assistito ad un graduale degrado e aumento del suo livello di scarichi inquinanti presenti nelle acque. E’ questo che richiedono a gran voce i romani che, da qualche giorno (dagli inizi di novembre), stanno subissando di email la regione Lazio. Tutto questo perché con la proposta di Legge Regionale 346/2022, adottata dalla Giunta Regionale, la Deliberazione di ottobre, attribuirà a Roma Capitale le funzioni spettanti fino ad ora alla Regione in materia urbanistica e di tutela ambientale, ciò significa che, se l’Almone non verrà inserito nell’elenco dei fiumi regionali, il timore sempre più crescente per i cittadini è che che il Comune di Roma faccia passare altro tempo prima che riesca a mettere le mani su questa problematica su cui l’Associazione si batte ormai da oltre 15 anni.

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La presidentessa Rossana De Stefani dell’Associazione di volontariato Comitato per il Parco della Caffarella lancia l’ultimo appello e chiede a tutti di continuare a scrivere al Presidente della Regione Lazio Zingaretti affinché prenda provvedimenti o rispetti i suoi impegni che si era impegnata ad intervenire con una risoluzione del 2019.

Ma ormai sono passati tre anni e nulla si è fatto, nessuna manutenzione agli argini e al letto, e nessun controllo sulla salute del Fiume “sacro” (come amano chiamarlo i romani, ndr) è stato fatto di quanto si era deliberato anni fa.

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