Lo stupore è un sentimento che non ha spazio negli sguardi di chi abita a Cinecittà e dintorni. Con il tempo si è acquisita una certa abilità a riconoscere non solo «certi giri strani nei cortili dei palazzi popolari», ma «anche chi fa uso di sostanze usando il piano di una centralina in strada come "piatto" per sniffare tra largo Appio Claudio e viale Giulio Agricola». Certo, «qui non siamo a Torbella ovviamente» ma la consapevolezza, che un po' come in tutta Roma, si consumi droga c'è. L'ultima fotografia l'ha scattata uno studio del Cnr pubblicato due giorni fa dal Messaggero: «La centralina di Cinecittà negli ultimi 10 anni ha dimostrato numeri superiori agli altri due punti di rilevazione (Corso Francia e Cipro) per la concentrazione di cocaina nell'aria» ha detto Catia Balducci, ricercatrice Cnr-Iia. «Se avessero verificato i dati a Quarticciolo o Tor Cervara cosa avrebbero trovato allora?» dice in un sussulto di orgoglio in difesa del proprio quartiere Sara, 37 anni, impiegata.
Roma, dalla coca alla marijuana, sempre più droghe nell’aria: «Crescita del 60 per cento»
LE REAZIONI
Non si stupisce del dato Anna Maria Turnatori, che gestisce su Facebook il gruppo "Giulio Agricola e Appio Claudio". «Sappiamo dello spaccio e del consumo purtroppo - dice - non mi meraviglio quindi dei dati».
Molti hanno paura a parlare e a metterci la faccia. Certo, in nessuna parte di Roma è semplice farlo. «A volte è difficile prendere coscienza che i problemi siano proprio "sotto casa" - dice Bruno Capelli, nel direttivo del comitato Don Bosco - credo sia necessaria una presenza maggiore in strada, a piedi, delle forze dell'ordine, in particolare dei vigili. All'estero ci sono i vigili o i poliziotti di quartiere, qui non si vedono mai». Molti non vogliono metterci la faccia, ma raccontano «dello strano via vai nei cortiloni dei palazzi popolari», «delle case occupate e quindi dell'illegalità che serpeggia», «dello spaccio nelle case», «di zone pericolose come largo Spartaco», «dei pusher che qui, a differenza che di zone come Pigneto o Esquilino, sono italiani, dell'Est o dell'America Latina e non nordafricani».
«Più che di spaccio qui si dovrebbe parlare di consumo - dice Martina, 28 anni - non possiamo mettere alla pari Cinecittà con quartieri come Pigneto, San Basilio e Quarticciolo». C'è poi chi si concentra sulla movida. «Il VII Municipio è, insieme al XV, l'unico che non ha aderito all'ordinanza malamovida, un'assurdità - dice Umberto Matronola, consigliere FdI nel VII - zone come largo Appio Claudio e via Flavio Stilicone devono essere maggiormente controllate».
«L'ordinanza - ribatte Francesco Laddaga, presidente del VII - colpisce soprattutto i più giovani che hanno già subito molte restrizioni durante la pandemia, preferiamo un approccio diverso chiedendo maggiore attenzione da parte dei locali e collaborazione con i residenti. Siamo - dice - per le buone pratiche». Quanto all'osservatorio sulla legalità che è stato creato solo sulla carta il minisindaco dice: «Manca la nomina dei componenti sarà operativo entro marzo».
Intanto, abitanti di Cinecittà e di altri quadranti, possono restare tranquilli. La concentrazione media di droghe nell'aria è bassissima. Insomma, nessun rischio per la salute.
laura.bogliolo@ilmessaggero.it