Cappuccio calato sul volto e mazze da baseball in mano, circa duecento tifosi laziali e un centinaio di romanisti si sono scontrati sabato mattina prima del derby, nei pressi del bar River adiacente all'Olimpico. Quattro gli arresti convalidati in direttissima ieri mattina dal tribunale monocratico di piazzale Clodio. Un'udienza durata a lungo che ha visto sul banco degli imputati in primis il 58enne capo degli ultrà della Lazio Claudio Corbolotti - ex appartenente dello staff della segreteria dell'ex sindaco Gianni Alemanno - accusato di rissa aggravata e porto d'armi in occasioni di manifestazioni sportive. Per lui il giudice ha chiesto l'applicazione della misura cautelare dell'obbligo di firma e il divieto di frequentare gli stadi. Corbolotti già gravato da Daspo difeso dall'avvocato Cristiano Sandri è un nome noto alle forze dell'ordine e storico volto della Curva Nord ai tempi di Piscitelli-Diabolik. Già arrestato nel 2004 per gli scontri all'Olimpico era stato condannato a un anno per il blitz del 24 aprile 2019, alla vigilia della festa della Liberazione, nel quale alcune decine di ultras laziali a due passi da piazzale Loreto, a Milano, esposero uno striscione "in onore a Benito Mussolini", gridando più volte il "presente" e facendo saluti romani. Per i disordini avvenuti prima del derby, la polizia ha arrestato anche un altro tifoso: Luca Abramo 24 anni, figlio di Ettore, 55enne già capo ultrà degli Irriducibili. Il padre, soprannominato "Pluto", vicino a Fabrizio Piscitelli, ucciso in un agguato nel Parco degli Acquedotti il 7 agosto 2019, è finito ai domiciliari nello stesso anno per l'incendio di un'auto dei vigili urbani durante gli scontri prima della finale di Coppa Italia Lazio-Atalanta. Anche per il giovane, come per Corbolotti, l'accusa è di rissa aggravata e porto abusivo di arma impropria. Il giudice dopo aver convalidato l'arresto e ascoltato la testimonianza degli agenti di polizia che hanno bloccato Abramo, ha disposto la misura dell'obbligo di firma. Obiettivo degli inquirenti è ricostruire la rete di contatti che ha permesso di organizzare l'appuntamento armato nei pressi del bar River, ritrovo abituale dei tifosi romanisti.