Giornata Memoria, a Ostia antica espongono gli artisti contemporanei in ricordo della Shoah

Giornata Memoria, a Ostia antica espongono gli artisti contemporanei in ricordo della Shoah
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Martedì 24 Gennaio 2023, 13:14

In occasione del Giorno della Memoria 2023, domenica 29 gennaio torna nella sinagoga di Ostia antica l’appuntamento biennale con Arte in Memoria, la rassegna di arte contemporanea di respiro internazionale, a cura di Adachiara Zevi, organizzata dall’Associazione Culturale Arte in Memoria.

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La mostra, alla sua undicesima edizione, è promossa dal Ministero della Cultura - Parco Archeologico di Ostia antica; si avvale del patrocinio del Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, della Comunità Ebraica di Roma, e del sostegno dell’Ambasciata della Repubblica Tedesca di Germania, dell’Accademia tedesca Villa Massimo, dello Studio Trisorio di Napoli, dei collezionisti Dimitri Borri e Massimo Adario.

Gli artisti invitati quest’anno sono: Francesco Arena, Maria Eichhorn, Paolo Icaro.

Porteranno a 54 il numero totale degli artisti che hanno partecipato alle dieci edizioni precedenti. 

Come per le edizioni precedenti, le opere sono realizzate appositamente per la sinagoga di Ostia antica, la più antica sinagoga d’Occidente risalente al I sec. d.C., parte dell’area archeologica degli Scavi di Ostia.

La città romana di Ostia antica si attraversa percorrendone il decumano massimo, da Porta Romana a Porta Marina. Da questa grande strada basolata, e inoltrandosi nelle vie ad essa perpendicolari e parallele, si raggiungono edifici di ogni età, atti a svolgere le diverse funzioni che caratterizzano la vita all’interno di uno spazio urbano di età romana. Oltre alle abitazioni (tra le più caratteristiche ci sono i grandi caseggiati d’affitto sorti dalla fine del I sec. d.C.), ai magazzini (gli horrea) concentrati dall’età repubblicana verso Nord lungo l’antico corso del Tevere, al teatro augusteo, con alle spalle il Piazzale delle Corporazioni (un grande spazio porticato con tempio centrale ed una serie di ambienti alle spalle del colonnato, atti ad accogliere le associazioni di mestiere, le cui insegne sono raffigurate nei mosaici pavimentali), alla Caserma dei Vigili, alla Basilica e alla Curia sul Foro, restano le vestigia di impianti termali, mitrei, necropoli, templi e edifici sacri, tra cui spicca, decisamente decentrata, la Sinagoga. 

I più importanti edifici comunitari dell’ebraismo, le sinagoghe (dal greco ‘luogo in cui si sta insieme’), sono luoghi di culto, di lettura, di studio e di insegnamento della Torah. Eloquente testimonianza della presenza ebraica all’interno del contesto multi-etnico e multi-religioso della città romana, la Sinagoga di Ostia antica rappresenta una delle più antiche testimonianze dell’ebraismo della diaspora (è posteriore solo a quella di Delo, datata al I sec. a.C.), e si ritiene venne edificata nella seconda metà del I sec. d.C., a seguito della costruzione del porto voluto dall’imperatore Claudio in prossimità dell’antica linea di costa, lungo quella che sarà poi la via Severiana. 

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Tipologicamente simile alle altre sinagoghe dell’antichità, che prevedono l’orientamento dell’ingresso verso Gerusalemme, l’aula centrale con la zona sopraelevata e un propileo di ingresso, l’edificio era originariamente costituito da una grande aula rettangolare, con il lato breve di fondo incurvato, preceduta da un ingresso monumentale a quattro colonne. Questa sistemazione subì delle modifiche durante i secoli successivi, fino ad arrivare all’ampia ristrutturazione del IV sec. d.C., con la creazione di tramezzi che cambiarono la destinazione d’uso del vestibolo interno, l’ambiente rettangolare posto trasversalmente all’aula, al cui centro era disposta la piattaforma sopraelevata per la lettura dei testi sacri. 

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Scoperta nel 1961 durante i lavori di costruzione della strada diretta all’aeroporto di Fiumicino, la sinagoga, al suo stato attuale, presenta una serie di ambienti disposti in direzione est-ovest affacciati su un corridoio perpendicolarmente alla strada da cui si accede. Tra essi si notano i due ambienti principali, una sala per le riunioni e la sala maggiore, dove si custodiva l’arca con la Torah, una cucina con forno, necessario probabilmente alla preparazione del pane azzimo, un ambiente destinato al bagno rituale, un’edicola per il deposito dei rotoli della Legge, e un muro semicircolare preceduto da due colonnine con mensole che sorreggevano la trabeazione. Le pareti interne sono rifinite con un paramento a lastre marmoree colorate. Durante le campagne di scavi sono stati inoltre rinvenuti diversi oggetti afferenti al mondo ebraico, tra cui l’iscrizione in greco su lastra di marmo che ricorda la donazione dell’arca della Legge da parte di Mindis Faustos, i frammenti di una statua raffigurante un leone, alcune lucerne in terracotta decorate con simboli ebraici, e numerose epigrafi. 

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