Maria Rosaria Omaggio: «Nel mio eco-teatro anche Shakespeare soccorre la natura»

L'attrice presenta il suo spettacolo “Casa Pianeta Terra”,

Maria Rosaria Omaggio: «Nel mio eco-teatro anche Shakespeare soccorre la natura»
di Katia Ippaso
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Lunedì 9 Gennaio 2023, 07:39 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 15:49

Non è una conferenza, non è un decalogo-manifesto che si pone l'obiettivo di definire come dovrebbero andare le cose del mondo. Casa Pianeta Terra, il nuovo spettacolo scritto e interpretato da Maria Rosario Omaggio, 66 anni, romana, attrice di salda tradizione teatrale in continuo rinnovamento, è un esempio di eco-teatro, un genere che in altre parti del mondo è diventato mainstream e che in Italia si sta appena affermando: in prima nazionale da domani fino a domenica al Teatro Vittoria. Accanto a lei, Cristiana Pegoraro (pianoforte) e Oscar Bonelli (polistrumentista). Le immagini video sono firmate da Mino La Franca.
Come nasce questo suo interesse per le sorti del pianeta terra?
«Da lontano, cioè dal bisogno di dichiarare che il pianeta terra è la nostra casa e che se lo offendiamo mettiamo in pericolo la nostra stessa sopravvivenza».
Quali sono i testi di riferimento?
«Apro lo spettacolo con una poesia di Mariangela Gualtieri, Adesso, per poi attraversare il mondo poetico di Shakespeare, Neruda, Gibran, Caproni».
Quali domande si fa?
«Mi chiedo, per esempio: a che cosa servono le 18 bottiglie d'acqua minerale che usiamo tutti i giorni? Oppure: perché sprechiamo tanta acqua? Pensare che ci troviamo in una barca anche stando a casa forse può aiutarci a riflettere sul futuro».
Quest'anno celebriamo i 20 anni dalla scomparsa di Giorgio Gaber, uno dei suoi autori di riferimento. Cosa ha rappresentato per lei?
«Intanto, voglio ricordare che il nome di Giorgio Gaber va associato a quello di Sandro Luporini, il suo autore. Per me il teatro-canzone ha rappresentato un modello assoluto, ancora vivo. Non abbiamo mai più avuto autori di quello spessore. I loro testi meriterebbero di essere studiati a scuola».
Ha conosciuto Gaber?
«Sì, ma ho frequentato di più la moglie, Ombretta Colli, perché veniva più spesso a Roma».
Chi sono gli altri compagni di viaggio che l'hanno accompagnata nel suo percorso artistico?
«Farò un solo nome: Franco Battiato. Con lui, e come lui, ancora cerco un mio centro di gravità permanente».
L'11 gennaio festeggerà i suoi 66 anni. Con quale nota?
«Dopo lo spettacolo, la mia amica Grazia Di Michele intonerà un inno alla madre terra».
Come vive questo momento del tempo?
«Con tranquillità. Sono quello che sono, qui e ora. Naturalmente dal mio debutto a Canzonissima, con Pippo Baudo, fino ad oggi, sono passati più di 40 anni. Ma io non mi sento molto diversa. Studio, imparo, mi perfeziono, ogni giorno».
La si incontra spesso a teatro a vedere i lavori degli altri. Cosa cerca?
«Il nutrimento, la scintilla vitale».
Può farci il nome di un artista vivente che per lei è continua fonte di nutrimento?
«Mariangela Gualtieri. Con i suoi reading, è capace di fare poesia sonora, vivente».
Cosa la lega alla città di Roma?
«Ho vissuto per brevi periodi in Spagna, in Francia e in Svizzera, ma sono sempre tornata a Roma.

Grazie a Gigi Magni, un grande regista con il quale ho avuto la fortuna di lavorare (il generale), ho conosciuto ogni angolo di questa città e la sua storia. A quel punto, è difficile abbandonarla».


Teatro Vittoria, p.za Santa Maria, piazza Santa Maria Liberatrice 10, da domani (ore 21) a domenica
 

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