Luiss, presentato oggi il master Mediterranean Cooperation and Security: «Momento di formazione, incontro e dialogo»

Moltissimi gli ospiti presenti all'evento, dal ministro Bernini al presidente di Med-Or Minniti, passando per il rettore Andrea Prencipe, il direttore della Luiss school of Government Giovanni Orsina e il giornalista David Parenzo

Luiss, presentato oggi il master Mediterranean Cooperation and Security: «Momento di formazione, incontro e dialogo»
di Rossella Fabiani
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Sabato 11 Maggio 2024, 14:48

«Non si possono confondere i governi con i popoli e con le università». Sarebbe «l’errore più atroce che si possa compiere», dice il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. E per Marco Minniti, ex ministro dell’Interno e presidente della Fondazione Med-Or, «è un ragionamento piccino quello che vuole dire con chi parlare di volta in volta» perché «soltanto il dialogo ci può salvare dal clima di permanente collasso del nostro mondo». L’attualità irrompe nella conferenza di presentazione di un nuovo master che la Luiss dedicherà alla cooperazione e alla sicurezza nel Mediterraneo e diventa occasione per commentare quanto sta accadendo in molti atenei: negli Stati Uniti, a casa nostra e in altri Paesi europei. Le contestazioni di gruppi di studenti che chiedono di interrompere i rapporti di collaborazione con le università israeliane sono un segnale d’allarme. Che non va sottovalutato, ma nemmeno assecondato. Perché, soprattutto negli atenei, la regola deve essere sempre quella della discussione senza pregiudizi.

Il master

Il master in “Mediterranean Cooperation and Security” comincerà il prossimo autunno e sarà aperto a studenti italiani e stranieri.

E sarà una concreta iniziativa di dialogo per contribuire ad arginare i venti di guerra che investono oggi tanto l’Europa che il Medio Oriente. E’ stato presentato nella Sala delle Colonne della sede storica della Luiss, a Roma in viale Pola, in una conferenza alla quale hanno partecipato - oltre al il ministro Bernini e al presidente di Med-Or, Minniti - il rettore della Luiss, Andrea Prencipe, il direttore della Luiss school of Government, Giovanni Orsina, e il giornalista David Parenzo che ha condotto il dibattito dal quale è partito un messaggio molto preciso: più i contrasti si fanno forti, più si devono moltiplicare le occasioni di incontro. Di dialogo, appunto. E il ruolo delle Università è centrale.

Proprio nei giorni in cui è annunciata anche in Italia una versione della “Intifada nelle Università”, esplosa negli Stati Uniti, il ministro Bernini ha detto che cancellare i rapporti tra gli atenei italiani e quelli israeliani è un’idea profondamente sbagliata, che può portare soltanto a risultati negativi. “Le proteste sono sempre legittime - ha spiegato - l’unico discrimine è la violenza che non è mai accettabile. Ma non si possono, però, confondere i ruoli e le responsabilità”. Anna Maria Bernini ha anche ricordato un episodio vissuto in prima persona: in una sua recente visita all’Università Ben Gurion in Israele i professori del rettorato le dissero che potevano incontrarla soltanto prima delle cinque del pomeriggio “perché a quell’ora avrebbero partecipato alla manifestazione contro la politica di Netanyahu”.

Anche il presidente della Fondazione Med-Or – che del master della Luiss è sponsor – ha insistito sull’importanza del dialogo. “Come possiamo pensare, anche solo per un momento, che la cooperazione tra le università sia da bloccare? È il più grande regalo che si potrebbe fare ai cattivi governanti e ai dittatori. Minniti ha aggiunto che soltanto il dialogo è la strada giusta per superare le crisi che stiamo vivendo. E ha ricordato l’importanza del binomio tra libertà e sicurezza richiamato nel tema del master: “Un pezzo del futuro del mondo nei prossimi 20 anni si giocherà nel Mediterraneo allargato. L’instabilità ci accompagnerà per un lungo periodo e non dobbiamo desistere neanche un attimo dalla cooperazione e dal dialogo”.

Ed è proprio il dialogo, da praticare per crescere e cooperare ad alti livelli, la base di partenza del master presentato all’Università Luiss Guido Carli. Il professor Giovanni Orsina - che in questa università dirige la “School of government” - ha precisato che “l’obiettivo è quello di mettere insieme le competenze teoriche e accademiche con la capacità di lavoro che andranno impiegate sul campo”. E non si è sottratto dal commentare il momento difficile che vivono molti atenei: “Le Università - ha detto - stanno patendo questo momento di difficoltà e, invece di essere guide, stanno introiettando il caos. Devono tornare a essere un luogo libero di incontro e confronto: quanto più i venti diventano impetuosi, tanto più le università devono promuovere il dialogo”.

Il master avrà un profilo marcatamente internazionale: per gli studenti che vi parteciperanno – dovrebbero provenire da oltre cento Paesi – e per i professori che terranno i corsi insieme ai loro colleghi italiani. Con la Luiss parteciperanno al master tre università straniere: la Public Policy School (PPS) presso l’Università Politecnica Mohammed VI, in Marocco; la Mohammed Bin Rashid School of Government di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, e l’Universidad Francisco de Vitoria, in Spagna. Un grande momento di formazione, insomma, ma anche d’incontro e di dialogo.

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