Bernini: «Pnrr, via a 19mila borse di dottorato. Università più attrattive per i giovani»

Bernini: «Pnrr, via a 19mila borse di dottorato. Università più attrattive per i giovani»
di Lorena Loiacono
4 Minuti di Lettura
Giovedì 2 Marzo 2023, 12:15

Aumentano le borse di studio per gli studenti universitari e aumentano gli importi, arrivano nuove borse di studio per dottorati di ricerca e innovativi, strettamente legati alle imprese. È questa la ricetta del Mur, il ministero dell'università e della ricerca, per far crescere il numero dei laureati in Italia. Secondo i dati Eurostat, infatti, l'Italia è penultima in Europa per numero di laureati tra 25 e 34 anni: ha il diploma di laurea solo il 29% contro una media europea del 41%. Peggio solo la Romania con il 25%.

Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, come sostenete i giovani nel percorso universitario?
«Occorre un'università che sia attrattiva, che dia prospettive, che dia opportunità e che crei un collegamento tra formazione e mondo del lavoro. Una università che sappia unire competenze e attitudini. I nostri ragazzi devono essere soddisfatti del loro percorso formativo. Stiamo lavorando a questi obiettivi, e vogliamo farlo anche salvaguardando di più e meglio il diritto allo studio. Per questo abbiamo già aumentato gli importi minimi delle borse per il prossimo anno accademico. Per gli studenti fuori sede saranno di oltre 6.600 euro, quasi 500 euro in più rispetto al passato. È un primo passo importante».

Aumenta il valore delle borse ma cresce anche il numero dei beneficiari?
«Sono aumentati i limiti massimi Isee e Ispe per l'accesso alle borse di studio. Questo adeguamento consentirà certamente di ampliare la platea degli studenti che potranno accedere al beneficio».

Per avviare le carriere universitarie, sono in arrivo circa 19mila borse di dottorato: in quali ambiti?
«Ho appena firmato due decreti ministeriali con cui investiamo oltre 726 milioni di euro del Pnrr in nuove borse per dottorati di ricerca. Abbiamo dato molto spazio ai dottorati innovativi con le imprese, finanziandone oltre 13.000 al 50% con le aziende. Le altre borse sono destinate ai dottorati di ricerca per gli ambiti toccati dal Pnrr, per la Pubblica amministrazione, per il patrimonio culturale e la transizione digitale e ambientale».

I dottorati innovativi, però, non sono mai veramente decollati, come verranno potenziati?
«Credo molto nel valore dei dottorati industriali. Hanno un potenziale enorme per i futuri ricercatori, per le imprese e la loro competitività. La prima tornata di finanziamenti è stata accompagnata da una comunicazione efficace, ma non possiamo abbandonarli.

Per questo stiamo portando avanti un lavoro su più fronti. Nel recente decreto Pnrr abbiamo introdotto una riduzione dei contributi. Per ogni dottorato innovativo co-finanziato, l'impresa potrà ricevere uno sgravio per assumere a tempo indeterminato due dottori di ricerca, ciascuno del valore di 7.500 euro. Così agevoliamo l'assunzione di 20.000 ricercatori in azienda. È solo l'ultimo dei nostri provvedimenti, ma abbiamo intenzione di avviare anche una campagna informativa per coinvolgere quante più imprese possibile».

Per far crescere il numero di laureati serve quindi un concreto collegamento con le imprese e, in generale, con il mondo del lavoro.
«Ne siamo convinti. È per questo che abbiamo anche avviato un'attività di interlocuzione con le associazioni delle imprese, soprattutto Confindustria, con cui abbiamo iniziato a costruire un percorso di sensibilizzazione. Vogliamo ampliare la platea delle aziende che possono co-finanziare i dottorati innovativi includendo consorzi pubblico-privati, aziende ospedaliere e sanitarie, fondazioni e reti di impresa. E stiamo realizzando una piattaforma per agevolare l'incontro tra offerta e domanda, tra università e imprese, superando alcuni degli ostacoli burocratici esistenti».

Nelle università esiste anche un problema in entrata: a Firenze, l'8 marzo, il Mur parlerà di orientamento scuola- università. Come si può intervenire per aiutare i diplomati nella scelta giusta?
«È un tema estremamente complesso. Spesso gli studenti non conoscono fino in fondo l'offerta formativa dei nostri atenei, che è molto competitiva e sempre più adeguata alle esigenze di una società e di un mercato del lavoro in continua evoluzione. Per colmare questa lacuna, il Mur sta investendo risorse del Pnrr per portare le università nelle scuole secondarie, per far conoscere i nuovi corsi e sostenere i ragazzi nella scelta. Ma non basta. A Didacta vogliamo formare i docenti affinché accompagnino al meglio gli studenti in questi percorsi. Nei prossimi mesi sarà poi attiva una piattaforma digitale in cui raccoglieremo tutta la nostra offerta formativa. Verranno messe a disposizione degli utenti tutte le borse di studio esistenti, sia statali sia private, i prestiti d'onore, i corsi di laurea, gli alloggi e le residenze universitarie. Svilupperemo una "app", ovviamente anche in inglese, perché ci rivolgiamo a tutti, studenti stranieri compresi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA