Smog a Roma, a Tiburtina ed Eur la maglia nera dei quartieri più inquinati

Livelli di polveri sottili registrati spesso oltre la soglia a Cinecittà e largo Preneste. A Magna Grecia e su Corso Francia riscontrate invece le situazioni migliori

Smog a Roma, a Tiburtina ed Eur la maglia nera dei quartieri più inquinati
di Giampiero Valenza
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Sabato 27 Agosto 2022, 22:29 - Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 16:23

Eur Fermi, Tiburtina e Cinecittà: sono queste le zone che più di altre indossano la maglia nera per l’aria più inquinata. Il Covid, con il lockdown, aveva aiutato a migliorarne la qualità, ma ora si torna ai ritmi pre-pandemici. L’orografia del territorio, la vicinanza con il mare e i diversi polmoni verdi della città, comunque contribuiscono al contenimento dei limiti dello smog. Ma sta di fatto che quest’estate, aggiungendo gli incendi che hanno contraddistinto alcuni quadranti (e che hanno visto rilevazioni straordinarie a Malagrotta e a Centocelle, per gli incendi all’impianto di trattamento dei rifiuti e agli autodemolitori), ci sono stati giorni in cui (al netto dei valori di inquinamento “ordinari”, come le polveri sottili) l’aria è stata pesante e irrespirabile.

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I VALORI
Andando a spulciare i valori che rileva Arpa Lazio con le sue 13 centraline sparse per tutta la città, emerge che il valore di Pm10 sulle 24 ore dello scorso 26 agosto, è stato più alto a Tiburtina (27 microgrammi per metro cubo), Arenula (22), Bufalotta (21) e Eur Fermi (20).

Numeri alti, certo, ma al di sotto del valore di 50 previsto dalla legge. I livelli più alti di biossido di azoto, invece, si sono registrati a Fermi (80 microgrammi per metro cubo alle 10 del mattino), Francia (52 alle 19), Magna Grecia (51 alle 6), tenendo presente che il limite più la tolleranza normativa arrivano comunque a quota 200. Nel corso dei giorni precedenti sono cambiati i valori con qualche centralina che ha fatto saliscendi (interessanti, per esempio i dati di Cinecittà e Villa Ada), ma di fatto il trend sembra essere questo.

Per quanto riguarda le Pm 10, le particelle di particolato che possono essere inalate ma che hanno una grandezza inferiore a 10 micrometri, nell’arco dell’ultimo anno hanno superato i limiti a Tiburtina (per 23 volte), a Fermi (per 18 volte), a Cinecittà (per 13 volte), a Largo Preneste (per 11 volte). Meglio è andata a Corso Francia, Magna Grecia, Villa Ada e Malagrotta (quattro giorni di superamento ciascuno). Comunque, si tratta di valori di gran lunga inferiori ad altre città più inquinate in Italia e, comunque, minori al numero dei 35 superamenti consentiti. Secondo il report 2022 Mal’aria di Legambiente, Roma è tra le 11 città italiane più inquinate per biossido di azoto (l’NO2): ha un valore medio annuale di 33 microgrammi per metri cubi, inferiore comunque a Milano (39), Torino (37), Palermo e Como (36), ma superiore a Napoli (32) e Firenze (31). Per quanto riguarda le Pm10, con un valore medio annuo di 25 microgrammi per metro cubo, non rientra tra le 17 città più inquinate d’Italia (il limite indicato dall’organizzazione mondiale della sanità, per la tutela della salute, è di 15 microgrammi per metro cubo). Nel Lazio le concentrazioni di Pm 10 sono superiori a Frosinone (26) e inferiori a Latina (22), Viterbo (17) e Rieti (19). 


IL RAPPORTO
Il quinto rapporto Mobilitaria 2022 realizzato dal Kyoto Club e dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr, fa comunque emergere come dal 2011 gli inquinanti a Roma siano in «costante calo». «La vicinanza con il mare incide molto nella mitigazione dei livelli delle sostanze inquinanti e questo è un elemento che caratterizza Roma, nonostante l’elevato impatto antropico, non solo del trasporto privato», spiegano gli studiosi. A Roma è alto il tasso di motorizzazione: secondo lo studio 2021 si sono contati 644 veicoli e 122 motocicli ogni mille abitanti: 766 mezzi che, dunque, compongono l’ampia flotta delle auto capitoline. Ancora molto bassa è il rapporto tra mezzi a benzina e diesel (ce ne sono 2.342.892) e quelle ibride o elettriche (sono 110.736), nonostante questa differenza va assottigliandosi pian piano. A Roma, comunque, il settore dei trasporti incide solo per il 31% alle emissioni complessive di anidride carbonica. Nella sua vita di tutti i giorni ogni cittadino della Capitale ne produce circa 1.560 chili ogni anno. 
 

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