Roma, ambulanza nel campo rom di via Candoni colpita a sprangate: un ferito

Roma, ambulanza nel campo rom colpita a sprangate: un ferito
di Alessia Marani
4 Minuti di Lettura
Sabato 6 Gennaio 2024, 07:49

L'ambulanza presa a sprangate, gli operatori asserragliati all'interno, un autista di 52 anni ferito a un occhio dalle schegge dei vetri andati in frantumi e costretto alle cure presso l'ospedale Oftalmico. La folle aggressione all'equipaggio del 118 è andata in scena intorno alle 21 di giovedì quando il mezzo "792" proveniente dal S. Eugenio ha fatto ingresso nel campo rom di via Candoni, accanto alla rimessa Atac di Magliana, per soccorrere un minore che aveva tentato di suicidarsi sotto un bus, ma poi sparito dai radar. Il ragazzo, un 16enne, aveva desistito ed era stato visto rientrare ferito a un mano dentro il campo, quindi i sanitari lo hanno seguito per medicarlo. A un certo punto è sbucato fuori un uomo di circa 45 anni, già conosciuto alle forze dell'ordine per il temperamento aggressivo e violento che, armato di un grosso tubolare di ferro chiodato in punta, si è scagliato contro l'equipaggio.

La reazione

Solo la pronta reazione dell'autista ha evitato un bilancio ben peggiore. «Ero rimasto a bordo con il motore acceso, mentre gli altri cominciavano a medicare il ragazzo - ha raccontato agli agenti del commissariato San Paolo relazionando poi con i colleghi alla centrale - quell'uomo si è materializzato all'improvviso nel buio, con una enorme spranga nascosta dietro la schiena. Urlava come un forsennato, ha prima scagliato un colpo ai fianchi della dottoressa, allora io ho gridato "salite salite, chiudete tutto". Quindi ha sferrato una mazzata sul parabrezza bucandolo letteralmente; ho acceso la sirena, le luci e ho pigiato la retromarcia a tavoletta. Il Signore ci ha messo una mano sulla testa perché dopo un altro paio di fendenti sulla fiancata, quel tipo ha perso l'equilibrio ed è caduto e nessun altro si è fatto male».
Nel loro relazionare gli operatori riportano anche un'altra circostanza. Dopo essere arrivati sul posto e non avere trovato nulla, l'equipaggio è rimasto in attesa di ulteriori istruzioni dalla centrale che ha ricontattato l'utente per sapere se avesse ancora bisogno di aiuto. Risultava ferito a una mano. A quel punto la 792 si avvicina alle due pattuglie della Polizia locale a presidio del campo. Gli operatori chiedono di potere essere scortati, ma una agente spiega loro: «Non possiamo». Sul mezzo oltre all'autista e all'infermiere, dal momento che l'automedica della Montagnola è in officina, si trovano anche un'altra infermiera e una dottoressa. Decidono di entrare piano piano. Il ferito si trova in fondo al campo, ma ci sono intorno ancora i bambini che giocano, la situazione sembra tranquilla. All'improvviso, però, si scatena il finimondo.

 

L'sos alla prefettura

Sul caso è intervenuto il governatore del Lazio Francesco Rocca: «La misura è colma, urgono politiche di pubblica sicurezza a tutela di chi si sacrifica per salvare vite umane». La direttrice generale di Ares 118, Paola Corradi, ha segnalato l'accaduto al Prefetto e alla Procura di Roma.
Quando la polizia di Stato è intervenuta, l'aggressore si era dileguato, ma è stato identificato e sarà denunciato. Solo un mese fa ha aggredito i vigili del fuoco e danneggiato una delle Panda dei vigili urbani. Nel 2019 nel campo vi fu un'altra aggressione a un'ambulanza, mentre le denunce per le sassaiole contro i bus che entrano ed escono dal deposito sono continue. «È ora che le unità speciali della Polizia locale - afferma Marco Milani, segretario romano del Sulpl - tornino a svolgere un reale ed effettivo controllo dei campi rom come all'epoca di Di Maggio, una consuetudine che si era persa con la passata gestione del Corpo. L'auspicio è che con il nuovo comandante appena insediato si torni a questa centralità della mission a garanzia di tutti i cittadini».

 

L'escalation

Intanto gli episodi di violenza contro gli equipaggi del 118 sono in continuo aumento, anche al di fuori dei campi rom. Denuncia Alessandro Saulini, segretario NurSind 118: «Le aggressioni sono all'ordine del giorno, quelle verbali ormai quasi fisiologiche. Gli animi sono esasperati per le lunghe attese aggravate dalle code con "blocco barella" nei pronto soccorso. I sanitari stremati dai turni diventano bersaglio di rabbia e sfoghi violenti, sebbene si facciano in quattro per soccorrere chi è in difficoltà. Servono protocolli con le forze dell'ordine certi perché possano intervenire in supporto del 118 nelle situazioni ritenute a rischio». Laura Rita Santoro del NursingUp, aggiunge: «Gli operatori vanno formati con l'ausilio delle forze dell'ordine per potere gestire pazienti violenti». Intanto, l'autista della 792 ha già espresso la volontà di volere rientrare al lavoro già dal prossimo turno, di nuovo in strada per aiutare gli altri. Fuori uso, invece, l'ambulanza, un mezzo nuovo di zecca e altamente specializzato.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA