Ringraziamento, una festa sentita anche a Roma

Ringraziamento, una festa sentita anche a Roma
di Sari Gilbert*
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Domenica 1 Dicembre 2013, 10:54 - Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 12:05
Ci siamo, vero, signora?. Chi parla Piero, il macellaio veterano di Piazza S. Cosimato dove ogni anno ordino il mio tacchino (ma la tacchina meglio, mi ha spiegato gi anni fa) per il Thanksgiving, la festa americana per eccellenza.

Accanto, alla bancarella di frutta e verdura, Alfredo e Marco mi assicurano, senza che debba chiedere, che le patate americane sono in arrivo e che, se mi dovesse servire, mi faranno pulire e tagliare a fette la zucca. Da Castroni in via Cola di Rienzo, la Mecca per gli stranieri, che seppur amanti della cucina romana e italiana hanno spesso voglia di mangiare delle delicatezze di casa loro, ogni anno si può trovare un tavolo dedicato al Thanksgiving, dove rifornirsi delle specialità che servono: yams (un tubero giallo), la salsa di cranberry (un bacco che fa parte della famiglia del mirtillo ma che qui non cresce), la zucca in scatola per fare i dolci, i pecans (una frutta secca simile alla noce ma più morbida) e il ripieno a base di pane secco. Anche da Innocenzi, un alimentari specializzato qui a Trastevere, non dimenticano mai di rifornirsi di queste cose.



La presenza a Roma di molti americani avrà creato questa disponibilità per il Thanksgiving ma non credo che si tratti esclusivamente di un calcolo economico. I romani sono sensibili alle ricorrenze altrui anche quando (a differenza di Halloween!) non c’è modo di assimilarle; il Thanksgiving, proclamata festività ufficiale da Abraham Lincoln alla fine della nostra sanguinosa guerra civile (e che attualmente cade l’ultimo giovedì di novembre) è molto ancorata nella storia americana. I 53 pellegrini che arrivarono nel Massachusetts dall’Inghilterra nel 1621 festeggiarono la raccolta autunnale del mais e l’abbondanza dei tacchini e di altro pollame insieme agli americani indigeni che li avevano aiutati a fondare la loro piccola colonia.



Credo che i romani abbiano capito che il Thanksgiving è una festività particolarmente sentita da tutti gli americani. Qui a Roma lo celebriamo con fedeltà. Negli States l’importanza è così grande che è il giorno dell’anno in cui si viaggia di più. Quasi 43 milioni americani si metteranno al volante o saliranno in aereo per raggiungere familiari e amici soprattutto per stare insieme.

*Giornalista e blogger
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