Danilo G. si è pentito e da dicembre dello scorso anno ha deciso di non commettere più raggiri online che ogni giorno facevano cadere nella trappola acquirenti in cerca dell'affare per le vacanze estive ma anche di smartphone, pc, iPad, macchine fotografiche, attrezzi da lavoro e persino, in un caso, una motozappa, sottocosto. «Ho cominciato a fare truffe online quattro anni fa per vivere» ha ammesso Danilo G., «Ma da dicembre 2015 ho deciso di astenermi. Ero stanco di raggirare le persone e soprattutto ho ascoltato chi mi stava intorno: Ti arriverà un cumulo di pene pauroso mi avvertivano».
I DIVIETI
E visto che per l'esiguità del danno cagionato a ogni singolo truffato non è mai stato possibile disporre il carcere preventivo per il truffatore che ora si autodefinisce pentito, sono arrivati i primi paletti della giustizia. Ossia la sorveglianza speciale che gli impone di non uscire dopo le nove e mezza. E anche il divieto di uscire dal Comune di Roma. I sequestri dei pc e dei telefonini infatti si sono rivelati inutili. Danilo G., usciva e si metteva al lavoro negli internet caffé e poi con i soldi racimolati comprava altri strumenti e pagava l'affitto. Tutto ha avuto inizio nel 2012 con l'annuncio della vendita di un iPhone. «La persona c'è cascata» ha raccontato l'indagato «e ho continuato». Per il penalista che lo assiste, l'avvocato Ettore Iacobone, non c'era carica criminale negli imbrogli: «Non ha mai utilizzato i soldi per la droga. Pagava l'affitto e il latte per il figlio».
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