Omicidio Roma, i due killer si accusano l'un l'altro: il gip esclude la premeditazione

Omicidio Roma, i due killer si accusano l'un l'altro: il gip esclude la premeditazione
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Mercoledì 9 Marzo 2016, 19:39 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 08:25

Restano in carcere Manuel Foffo e Marco Prato, arrestati per l'omicidio di Luca Varani avvenuto nel corso di un festino a base di coca ed alcolici a Roma. Lo ha deciso il gip Riccardo Amoroso che ha però escluso per i due l'aggravante della premeditazione del delitto. Oggi nel carcere di Regina Coeli si sono svolti per oltre otto ore gli interrogatori di garanzia durante i quali i due si sono incolpati l'uno con l'altro. Si rimpallano le responsabilità su chi ha inferto il colpo finale al cuore di Luca Varani e sul ruolo svolto festino dell'orrore avvenuto in un appartamento nella periferia romana. L'interrogatorio di garanzia per Manuel Foffo e Marco Prato, i due arrestati per l'omicidio del ventitreenne di origine slava ha fornito agli inquirenti nuovi spunti e tasselli da collocare in un puzzle che sembra ancora lontano dall'essere completato. «Manuel ha detto anche oggi che è stato Marco Prato a dare il colpo finale. 
 


Lo ha ribadito oggi con dovizia di particolari». Ha detto l'avvocato di Foffo, Michele Andreano, lasciando il carcere di Regina Coeli dopo circa 8 ore davanti al gip Riccardo Amoroso. Una «verità» contestata dal legale dell'altro arrestato, l'avvocato Pasquale Bartolo, per il quale «non è stato» il suo assistito a conficcare nel cuore di Varani il coltello. «Abbiamo chiarito quale è stato il ruolo di Marco nella vicenda - dice - che è del tutto diverso da quello che ci è stato attribuito fino ad ora». Ed ancora. «Il mio assistito ha detto al Gip tutto quello che si ricordava - ha proseguito - lui era a casa di Foffo quella sera, dove è andato poi Luca Varani, ma le cose non sono andate come è stato detto fino ad oggi». Ma è sempre Foffo, parlando con il giudice per le indagini preliminare, a fornire ulteriori dettagli su cosa sia avvenuto tra il 3 e il 4 marzo nella sua abitazione al Collatino. «Foffo - afferma il suo difensore - parlando con il Gip ha indicato tanti e tanti testimoni che sono andati all'interno dell'abitazione, qualcuno è arrivato ed è andato via. Altra gente che è stata chiamata ma non è andata». Parole che aprono nuovi scenari su chi ha effettivamente preso parte al festino con coca e alcolici. Nella sua prima confessione Foffo aveva parlato di almeno altre due persone, Alex e Giacomo, che erano transitati nel suo appartamento in quelle ore. «Il mio cliente - aggiunge il difensore - ha dato molti particolari e molti dettagli, anche perchè è passato del tempo quindi è molto più lucido. Ha aggiunto particolari secondo me importanti senza mai contraddirsi». Anche a detta dei due arrestati, il contesto in cui si è consumata la vicenda è «sessuale» ma il movente «ancora non è uscito fuori». Foffo ha ribadito che era intenzione dei due «fare del male a qualcuno» ma senza fornire ulteriori chiarimenti sul perchè di una scelta tanto folle. Una lucida follia senza dubbio alimentata dalla droga. Un fiume di cocaina, quasi 26 grammi, acquistata per 1500-1600 euro e consumata in poco più di 48 ore.

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