La manifestazione Fermiamo la strage subito, al Colosseo a Roma, è stata interrotta per la violenta pioggia. Come hanno annunciato gli organizzatori, la manifestazione, organizzata in occasione della Giornata internazionale del rifugiato, è stata interrotta in anticipo rispetto al programma per «motivi di sicurezza». Prima del maltempo, l'evento ha visto la partecipazione di centinaia di persone, in maniera autonoma o attraverso le oltre 300 realtà che hanno aderito.
Le principali richieste sono state la revisione del regolamento di Dublino, la creazione di canali umanitari e soprattutto maggiore impegno europeo sul tema dei migranti e dei rifugiati.
Migranti, sindacati, associazioni, cittadini si sono ritrovati all'ombra del Colosseo per lanciare un messaggio forte all'Italia ma soprattutto all'Europa: «Fermate la strage» silenziosa di chi scappa dalle guerre e dalla povertà.
Un altro gruppo di migranti regge i cartelli: «Siamo rifugiati per colpa della dittatura Eritrea», «Basta rimanere in mezzo alla strada». Sotto il palco è esposto uno striscione realizzato dai profughi che da giorni vivono nei pressi della stazione Tiburtina: recita «lasciateci passare». Uno degli organizzatori della manifestazione, Filippo Miraglia (Arci), spiega che loro «vogliono andar via dall'Italia e non sono venuti qui oggi perchè hanno paura di essere identificati. Non vogliono chiedere asilo in Italia ma nei paesi del Nord Europa. Bisogno lasciarli passare, bisogna superare il regolamento di Dublino». Per Libera interviene Don Tonio dell'Olio: «Le mafie ringraziano perchè mai si sarebbero aspettate che ad essere loro complici fedeli fossero genti del nord raccolte in un partito a progettare la condanna alla clandestinità ovvero a spingere a chiedere alle mafie passaporti, viaggio e pedaggio. E le mafie ringraziano perchè bisogna organizzare i centri di espulsione e gli sciacalli della burocrazia e la gestione della disperazione. E le mafie ringraziano. E diventano sistema. Mafia Capitale».
Tanti i sindacalisti presenti. Tra loro il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, secondo cui «bisogna smettere con lo scaricabarile e affrontare i problemi, ripartendo dal fatto che coloro che abbandonano Paesi in guerra sono innanzitutto persone che vanno salvaguardate. Bisogna fare una grande attenzione perchè il fatto che un Paese come l'Ungheria preveda la possibilità di costruire muri ci dice quale profondissima crisi sta attraversando l'Europa».
«Serve un'Europa più determinata a risolvere i problemi dell'impatto di questo esodo biblico - le fa eco il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo - È necessario andare in questi Paesi per cercare di realizzare quella solidarietà e quello sviluppo economico che impedisca la necessità di esodare»