Roma, il comandante dei vigili Mario De Sclavis: «Più autovelox e controlli basta morti sulle strade»

«Troppi alla guida ubriachi o drogati, infiltrazioni su di un terzo»

Roma, il comandante dei vigili Mario De Sclavis: «Più autovelox e controlli basta morti sulle strade»
di Alessia Marani
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Giovedì 1 Febbraio 2024, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 10:21

«Il sogno dei romani è anche il mio: percorrere la città da nord a sud e da est a ovest in mezz'ora». Sorride Mario De Sclavis, a un mese esatto dall'insediamento al vertice del comando della Polizia locale di Roma Capitale. Più che un sogno sembrerebbe una "mission impossible" immaginando di mettersi al volante in un orario di punta. Ma il comandante, romano doc e nei ranghi dei caschi bianchi dall88, la Città Eterna la conosce fin nelle sue viscere e su una migliore fluidità e mobilità è pronto a scommetterci. Ma la sicurezza prima di tutto.

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Proprio in queste ore lo youtuber che era alla guida del Suv che a giugno provocò l'incidente mortale di Casal Palocco in cui morì un bambino di 5 anni, ha patteggiato una condanna a 4 anni e 4 mesi. Per l'Associazione vittime della strada è una pena troppo bassa, che non rende giustizia. Che ne pensa?
«La magistratura fa le sue valutazioni, ma noi a prescindere da queste continueremo a fare il nostro lavoro sanzionando e intervenendo ove necessario per fare rispettare il codice della strada. E c'è molto da fare».
Lo scorso anno Roma ha contato 30mila incidenti, 132 i morti. Una strage silenziosa, è davvero inarrestabile?
«I comportamenti scorretti alla guida sono dilaganti.

Se corri le conseguenze di un incidente hanno una probabilità altissima di essere devastanti. Idem se poi sei distratto o al telefonino, oppure se hai bevuto o ti sei messo in macchina sotto l'effetto di stupefacenti. Gli 800 agenti che stiamo per assumere attraverso l'ultimo concorso saranno destinati tutti al lavoro sul campo, a pattugliare e a fare controlli. Ma li metteremo in condizione di avere tutti gli strumenti per agire al meglio, innanzitutto con più velox mobili, operativi anche di notte sulle arterie più pericolose».

Il Campidoglio ha in programma di istituire le zone 30. Serviranno a limitare i rischi?
«Ben vengano i progetti, di sicuro però per la complessità dell'istituzione di una "zona 30" che non si limita ad apporre un limite di velocità a una strada ma a rivedere in ottica quasi pedonale un intero quartiere o una parte di esso, fa sì che l'ipotesi non sia estendibile a gran parte della città, né alle strade di maggiore scorrimento, per cui bisognerà sempre prevedere pattugliamenti, posti di controllo e velox. Riattiveremo anche lo street control».

Sono aumentati i casi di guida in stato d'ebbrezza o sotto l'effetto di droghe?
«Sì, di almeno un terzo stando alle nostre rilevazioni. Consideriamo che nel 2022 le violazioni erano state circa duemila, nel 2023 sono balzate a tremila. Si tratta di riscontri che vengono eseguiti in caso di incidenti o nel corso di posti di controllo ad hoc. Mentre con l'etilometro è più facile individuare chi ha bevuto, il drug test non effettuato da personale sanitario, da solo non è in grado di dirci se l'assunzione di droga sia stata contestuale alla guida. Per questo stiamo firmando una convenzione con il Policlinico di Tor Vergata per potere avere due medici al nostro fianco nei controlli durante il week-end. Potremo contestare la violazione subito e senza il rischio di ricorsi».

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Sul fronte malamovida, i residenti lamentano interventi spot e non sempre efficaci perché spesso le pattuglie dopo l'una di notte non ci sono più in strada. C'è un cambio di passo all'orizzonte?
«Intanto, abbiamo mobilitato il Gipt (Gruppo pronto intervento traffico, ndr) che è in strada nel cuore della notte. Ma i nostri servizi nelle zone calde della movida sono organizzati nell'ambito di un piano interforze. Chiederemo in sede di comitato provinciale per la sicurezza e l'ordine pubblico al Prefetto di prevedere presidi nelle piazze che si spingano oltre, nella notte».

Altro quadrante rovente: Termini e l'Esquilino. Alla vigilia del Giubileo gli abitanti chiedono sicurezza e maggior decoro. I portici sono assediati dai clochard, persino a San Pietro ora c'è chi comincia a lamentarne una eccessiva presenza...
«Spesso la percezione della sicurezza è inversamente proporzionale al decoro urbano. Nostro impegno sarà invertire questa tendenza. Il problema dei senzatetto è molto complesso e delicato. Si tratta spesso di persone anche con disagi mentali. Non si possono costringere ad andare altrove e, di contro, mancano centri e strutture d'accoglienza. Senza di queste è impossibile realizzare alcuna progettualità».

Altro nodo della Capitale: il superamento dei campi rom. Si sta procedendo?
«Abbiamo appena effettuato i censimenti a Gordiani e Salone. Trovare per queste persone un'alternativa però non è semplice. Di certo riprenderemo le attività di controllo, non limitandoci più a dei presidi esterni come fossimo dei semplici guardiani ma entrando dentro per contrastare l'illegalità».

Basteranno i nuovi 800 agenti per coprire tutte le mansioni?
«Recentemente sono stato a New York e lì il capo della polizia locale mi diceva di avere 28mila unità in servizio. A Roma oggi ne abbiamo circa 6mila, se arrivassimo a 8mila sarebbe già una conquista».
 

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