Un buco nero dal quale si affacciano flash di orrore: «Ricordo solo il sangue, tantissimo. Ho provato a salvare quella donna, a tamponare la ferita che aveva alla gola, ma è stato inutile». Poi, il dubbio: «Ho visto che dietro a una delle porte dell’appartamento di via Riboty c’era un altro uomo, forse era anche lui un cliente. Forse sa cosa è successo». E, infine, la fuga, delirante: «Sono corso in mezzo alla strada, avevo le mani completamente sporche di sangue. Fermavo le auto, ho vagato per due giorni senza mangiare e senza dormire».
«HO AVUTO UN BLACKOUT»
Durante le sette ore di interrogatorio in questura, a Roma, davanti al pubblico ministero Antonella Pandolfi, Giandavide De Pau non confessa gli omicidi di tre escort di cui viene accusato. «Non ricordo nulla, ho avuto un blackout», continua a ripetere, assistito dall’avvocato Alessandro De Federicis, interrompendosi più volte per cercare di frenare le lacrime.
L’APPUNTAMENTO
Nella mente di De Pau un dato è certo: «Ho preso appuntamento con le cinesi. Era la prima volta che andavo nel loro appartamento, le ho contattate per telefono e poi sono andato lì in macchina». Ricorda gli istanti subito successivi alla mattanza: «La più giovane delle due aveva delle ferite, tantissimo sangue le usciva dalla gola. Ho cercato di tamponarlo, ma ad un certo punto mi è sembrato che fosse morta e sono fuggito. Nel farlo ho dimenticato lì il cellulare - è il senso delle parole del cinquantunenne - ho avuto paura di avere fatto qualcosa che non ricordavo. Ma non penso di essere capace di uccidere». Ripete di essere sceso in strada, sconvolto, «ho iniziato a fermare le macchine, dicevo che c’erano due donne morte e tanto sangue. Una macchina mi ha caricato e mi ha portato in ospedale, ma non sono entrato, mi hanno mandato via», avrebbe proseguito davanti al magistrato. E ancora: «Dopo aver vagato per due giorni sono andato a casa di mia sorella e di mia madre con i vestiti ancora sporchi, ero stravolto e sconvolto. Ho trovato una poltrona e sono crollato. Ho dormito per due ore, poi sono arrivati i poliziotti a prendermi intorno alle 6 di mattina». Il magistrato ha disposto il fermo a suo carico e nelle prossime ore l’uomo verrà ascoltato dal gip.
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