Prostitute uccise a Roma, gli sfruttatori dietro le vittime: si indaga sul titolare dell'affitto. I dubbi sul centro massaggi

Le due cinesi non sono state identificate: a casa di Martha il citofono era stato divelto

Gli sfruttatori dietro le vittime di Prati, si indaga sul titolare dell'affitto: i dubbi sul centro massaggi
di Michela Allegri e Flaminia Savelli
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Sabato 19 Novembre 2022, 06:13 - Ultimo aggiornamento: 16:14

ROMA Sui siti di incontri si facevano chiamare Anna e Sofia, ma per gli inquirenti, almeno fino a ieri, erano due fantasmi: nell'appartamento dove si prostituivano, in via Augusto Riboty, dove sono state uccise, gli agenti della Squadra mobile non hanno trovato documenti di identità. Ma una risposta potrebbe arrivare dai contratti di affitto della casa in cui lavoravano e dove il killer, giovedì mattina, le ha raggiunte per aggredirle con uno stiletto. Gli investigatori hanno un sospettato. Ma l'inchiesta punta a trovare anche eventuali protettori delle orientali. Le escort abitavano nell'appartamento di via Riboty da 13 anni, ma l'intestatario dell'affitto - o il proprietario - è un altro cittadino cinese.
IL CENTRO
C'è anche un altro fronte d'indagine: gli inquirenti stanno verificando se ci siano collegamenti tra le due donne e un centro massaggi cinese che si trova nella stessa via. Ieri pomeriggio era chiuso. Chi lavora e vive nella zona lo conosce: «Quando qualche cliente vuole servizi più privati viene indirizzato nell'appartamento al civico 28» - quello dove è avvenuta la mattanza -, racconta il dipendente di un locale che si trova proprio di fronte al portone.

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L'ALTRA CASA
Un centro massaggi c'era anche in via Durazzo, nello stesso palazzo in cui è stata uccisa Martha, la escort colombiana che si vendeva per mantenere la figlia e che è stata aggredita e accoltellata a morte probabilmente dallo stesso uomo che ha colpito Anna e Sofia.

Tre omicidi avvenuti in un unico quartiere - i due appartamenti si trovano a 850 metri di distanza - e nel corso della stessa mattinata. In via Durazzo, le cantine del palazzetto erano state trasformate in sei appartamenti da 60 metri quadrati. Uno era stato affittato a Martha e alla sorella Maria, che avevano organizzato l'interno 5 come casa di appuntamenti. Anche in questo caso gli inquirenti sentiranno il proprietario, per capire se fosse a conoscenza dell'attività svolta all'interno. Ma c'è un altro dettaglio che non convince: le bollette non venivano indirizzate alle sorelle, ma a un uomo, sempre sudamericano. Nello stesso sottoscala, poco distante dal portone rosso della casa di Martha, un altro spazio è stato assegnato ad alcune ragazze cinesi, che gestiscono un centro massaggi.

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Da almeno dieci anni - spiegano i residenti - le ex cantine al civico 38 erano diventate anche un luogo per il sesso a pagamento. Tanto che i condomini avevano inoltrato più di un esposto ai poliziotti del quartiere, ma nessuno era mai intervenuto. Un altro particolare: il citofono della palazzina una settimana fa è stato smontato. Secondo i residenti potrebbero essere state proprio le donne dell'interno 5 a farlo: forse era già successo qualcosa di pericoloso. In via Durazzo, invece, sui citofoni sono stati fatti rilievi. Ma c'è una differenza importante: nel palazzo dove sono state uccise le donne cinesi c'era il portiere. Giovedì mattina, intorno alle 10, quando è avvenuto l'omicidio, il portone era spalancato e lui era nella guardiola. Quindi il killer potrebbe essere entrato senza prima suonare. Sul muro al primo piano dello stabile, dove c'era l'appartamento di Anna e Sofia, ci sono ancora tracce di sangue sul muro e sulla porta. Il cadavere della più giovane delle due orientali era sul pianerottolo: la donna era nuda, come Martha in via Durazzo.

 

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