È andata male alla banda di sudamericani che colpisce le ville all’Infernetto, fermati grazie al colpo d’occhio di un poliziotto libero dal servizio. L’agente era in macchina di ritorno da una visita, quando ha notato una Mercedes Classe A con tre uomini a bordo che passava molto lentamente tra le stradine del quartiere residenziale, fermandosi per qualche minuto a pochi passi dagli ingressi delle ville più prestigiose, mentre i tre a bordo guardavano insistentemente verso i portoni blindati e le finestre protette dalle inferriate. L’esperienza e la vista lunga hanno subito messo in allarme il poliziotto che ha chiamato i colleghi del X distretto Lido avvertendoli che era in atto un vero e proprio monitoraggio, propedeutico a eventuali furti. Ha fornito immediatamente il numero di targa della Mercedes e in pochi secondi è arrivata la conferma di ciò che l’agente sospettava.
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LE INDAGINI
Quella monovolume era stata rubata un mese prima a Casal Palocco e sarebbe servita per mettere a segno i colpi e poi fuggire.
LE RICERCHE
Non è la prima volta che gruppi di sudamericani colpiscono in quella zona. A settembre dello scorso anno una banda di cileni, diventata l’incubo dei proprietari di ville all’Infernetto, Casal Palocco e Axa, venne arrestata dai poliziotti del Decimo distretto Lido, grazie al localizzatore installato all’interno dell’Iphone di una ragazzina che la gang aveva rubato in una delle abitazioni. La teenager era riuscita a creare una specie di filo d’Arianna, tratteggiando passo per passo tutti i “movimenti” del cellulare e quindi della banda. Aveva poi mostrato il tragitto agli agenti che erano riusciti a individuare il covo dei ladri all’interno di un piccolo complesso in via Eugenio Donadoni, all’Infernetto. Nel nascondiglio gli agenti avevano trovato anche la refurtiva di parecchie ville svaligiate. Borse griffate, orologi, cinture e scarpe, oltre agli oggetti portati via dalla casa della ragazzina all’Infernetto, ma soprattutto l’intero kit, il set da lavoro dei perfetti scassinatori.
Zaini, guanti per evitare di lasciare le impronte digitali, martinetti idraulici che servivano per spaccare i cilindri europei delle serrature ed infine uno Jammer, un inibitore di frequenza radio, in grado di disabilitare non solo telefoni cellulari, telecomandi e centraline di antifurti, ma anche le frequenze delle telecamere di videosorveglianza a decine di metri di distanza. Per i tre cileni erano così scattate le manette per furto in concorso e la condanna a due anni e otto mesi, oltre al divieto di dimora nel territorio del comune di Roma. Contestualmente al fermo dei sudamericani di qualche giorno fa, gli stessi poliziotti, ma in un’altra operazione, hanno arrestato un cittadino marocchino di 39 anni ed un italiano di 29, in esecuzione di altrettanti ordini per la carcerazione.