Nel d-day delle vaccinazioni anti Covid, contro lo pneumococco e anti influenzali, a Roma e nel Lazio a preoccupare è piuttosto il proliferare della Dengue, la temibile malattia esotica trasmessa dalla puntura di zanzara. Non si tratta più di casi importati dalle aree tropicali e subtropicali a rischio (Africa, Sudest asiatico e Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia e in diverse zone del Pacifico) dai romani al ritorno dalle vacanze estive, ma di sviluppi endemici. Ovvero la malattia risulta contratta nella Capitale da persone che non si sono mai spostate dalla città o che, comunque, non sono state recentemente nei Paesi dove la Dengue è diffusa. A veicolarla, insomma, sono ormai zanzare “romane de Roma”, agguerrite più che mai in queste giornate di caldo ottobrino.
Dengue a Roma, contagi in aumento: tre i focolai della malattia. Il vaccino da ottobre
L’ultimo caso accertato in queste ore è di un anziano, quasi settantenne, del Fleming che ha manifestato i classici sintomi della presenza del virus: febbre elevata con forte cefalea, eritemi, difficoltà respiratorie.
LE PROFILASSI
L’anziano è ora in via di miglioramento. Per lui è stata attivata la prassi da parte della Asl 1 competente per territorio che prevede l’isolamento durante il periodo clou di potenziale trasmissione del virus e la disinfestazione di abitazione, condominio e luoghi di maggiore frequentazione. Pochissimi a detta dell’uomo che raramente si allontana da casa.
Si attendono, invece, i riscontri di laboratorio per avere la certezza di un caso di sospetta Dengue all’Ostiense. Anche qui è stata pre-allertata la Asl di zona, pronta a effettuare le disinfestazioni.
Ipotizziamo che un paziente sia rientrato in Italia con questa infezione, se viene punto dalla zanzara tigre, questa si infetta e dopo un periodo di incubazione di 10-15 giorni può infettare un’altra persona. Secondo le previsioni dei medici dello Spallanzani, l’Istituto nazionale di Malattie Infettive, la circolazione della Dengue (al 25 settembre a Roma erano 9 i casi endogeni) potrebbe proseguire fino alla prima settimana di novembre. «Se ci trovassimo di fronte a un paziente con sintomi riconducibili a questa infezione, sarà bene fare un subito un test rapido», l’input degli esperti. Altri casi di Dengue sono stati registrati a Fiumicino, alla Cecchignola, a Monteverde, nel XIV Municipio e ad Anzio.
Intanto sul fronte della campagna vaccinale, il boom di richieste e somministrazioni è atteso tra la metà del mese e i primi di dicembre: «Covid e influenza cammineranno di pari passo, con il primo freddo e il timore del diffondersi dell’uno e dell’altro - spiega Pier Luigi Bartoletti, della Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale - i pazienti cominceranno a richiedere l’immunizzazione. Non bisogna tardare troppo però, altrimenti sarà inutile».
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