Dengue a Roma, contagi in aumento: tre i focolai della malattia. Il vaccino da ottobre

Sono quattro le persone finora ricoverate all’ospedale Spallanzani

Dengue a Roma, contagi in aumento: tre i focolai della malattia. Il vaccino da ottobre
di Giampiero Valenza
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 23:45

Crescono i casi di Dengue, complici anche i rientri dalle vacanze e le infezioni endemiche. Tre luoghi sono “sorvegliati speciali” nel Lazio: Roma, San Felice Circeo e Aprilia. Nella Capitale, per ora si contano quattro opazienti ricoverati allo Spallanzani, come ha confermato il direttore del reparto di malattie infettive ad alta intensità dell’ospedale, Emanuele Nicastri. «Non deve esserci un allarme, ma certamente i medici di famiglia e i colleghi del pronto soccorso devono notificare subito i casi», ha detto. Nel Lazio si contano oggi 36 casi dall’inizio dell’anno dei 208 rilevati a livello nazionale (seconda Regione dopo la Lombardia, con 71). La Dengue è causata da quattro virus molto simili ed è trasmessa dalle punture di zanzare che hanno punto persone infette. Il virus circola nel sangue di una persona fino a sette giorni, periodo in cui la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.

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LA PREVENZIONE

Intanto, dovrebbe arrivare entro i primi di ottobre il nuovo vaccino contro la Dengue.

Il ritrovato, approvato dall’Aifa, ha avuto il suo via libera ad aprile scorso e dall’azienda produttrice sono state già preparate le dosi che approderanno negli ambulatori delle vaccinazioni internazionali. Non si tratta, come il Covid o l’influenza stagionale, di una vaccinazione di massa o che ha larghe fasce di popolazione a cui viene consigliata. L’accesso sarà possibile immediatamente dopo una visita medica: anche quella del medico specialista in malattie tropicali e il vaccino sarà - anche nelle strutture pubbliche - a pagamento. Già da aprile a Roma le vaccinazioni contro la Dengue possono essere fatte privatamente al Cesmet, la Clinica del viaggiatore di Prati, per diversi mesi l’unica in Italia a proporre questo genere di vaccinazione. «Prendiamo le dosi dall’Austria, sono prodotte in Germania - spiega Paolo Meo, infettivologo e direttore della clinica - L’accesso a questo genere di attività preventiva avviene dopo un consulto specialistico con il quale valutiamo lo stato della persona e la sua storia clinica con l’eventuale livello di rischio». «Il clima di questi giorni fortunatamente non sta favorendo più i livelli di trasmissione che (è importante dire) non avviene attraverso le droplet come per il Covid ma con un insetto vettore, cioè le zanzare. La temperatura più fresca rende difficile il ciclo interno del virus all’interno dell’animale.

 

La riproduzione virale nel corpo del vettore viene fortemente influenzata da fattori meteorologici e ambientali, e questo può ovviamente incidere sulla trasmissione della malattia. Questo rende molto difficile un’eventuale endemicità». A Roma grazie alla Sorveglianza delle arbovirosi dell’Istituto superiore di sanità, un caso autoctono confermato di infezione di Dengue riporta come luoghi più probabili di esposizione i municipi IX e XIV. In accordo con la struttura di coordinamento per le attività trasfusionali della Regione Lazio e i dipartimenti dell’Iss, è stata disposto un provvedimento che disciplina proprio la raccolta di sangue. In quei due municipi si può scegliere se o sospendere temporaneamente la raccolta di sangue ed emocomponenti o eseguire i test su tutti i donatori. «Per ora non ci sono ritardi, si sta facendo il test della Dengue abbinandolo ai test di epatite ed Hiv, e i tempi di valutazione della sacca sono uguali», spiega il presidente dell’Avis nazionale, Gianpietro Briola.

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