Muraro, cinque capi d'imputazione: contestati reati ambientali

Muraro, cinque capi d'imputazione: contestati reati ambientali
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Martedì 13 Dicembre 2016, 16:31 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 07:53

L'invito a comparire per il dimissionario assessore all'Ambiente del Comune di Roma, Paola Muraro, è stato notificato ai suoi difensori, secondo quanto si è appreso, il 7 dicembre scorso. Gli stessi legali, stando alle indiscrezioni, hanno informato ieri pomeriggio la loro assistita dell'iniziativa della Procura. Sono cinque i capi di imputazione contestati all'assessore dimissionario all'Ambiente del Comune di Roma Paola Muraro, con riferimento all'epoca in cui era consulente di Ama, nell'invito a comparire inviatole dalla procura di Roma. Violazione dell'articolo 256 comma 4 legge 2006 (reati ambientali) in concorso, a seconda dei singoli casi, con altri quattro responsabili, all'epoca dei fatti, di singoli apparati degli impianti Tmb di Rocca Cencia e di via Salaria, il reato contestato.
 

 

Per quello di abuso d'ufficio si va verso una richiesta di archiviazione. Nell'invito a comparire per l'interrogatorio del 21 dicembre prossimo, firmato dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Paolo Ielo, nonché dal pm Alberto Galanti, si contesta alla Muraro di aver «operato - si legge nell'avviso di garanzia - una gestione dei rifiuti in violazione delle prescrizioni delle autorizzazioni riguardanti la gestione degli impianti stessi per quanto in particolare concerne le percentuali di trasformazione dei rifiuti in ingresso in CDR, FOS e Scarti di lavorazione per gli anni 2010-2015, distintamente per l'impianto Rocca Cencia e Salario». «I dati risultanti da tale analisi - è detto nel provvedimento della procura - indicano infatti una notevole discrasia tra quanto previsto dal D.M. 25 marzo 2013 e le performance raggiunge dagli impianti di trattamento meccanico e biologico gestiti da Ama S.p.A.».

Sempre a proposito degli impianti di Rocca Cencia e di via Salaria, viene contestato alla Muraro, in concorso o cooperazione colposa, di aver operato una «gestione degli impianti stessi per quanto in particolare concerne i flussi di rifiuti in uscita dagli impianti TMB». Ancora con riferimento ai due impianti, la contestazione di piazzale Clodio è quella di «una gestione non autorizzata di rifiuti speciali» e segnatamente volta al «recupero energetico di presso impianti di termovalorizzazione o incenerimento non autorizzati a smaltire i rifiuti classificati con il codice CER 191212 presso una serie di impianti di smaltimento/recupero/termovalorizzazione». Altre, presunte violazioni, contestate alla Muraro, vertono sulla violazione delle prescrizioni legate allo stoccaggio dei rifiuti prodotti dal processo di trattamento meccanico e biologico dei rifiuti urbani indifferenziati.


Intanto, all'indomani delle dimissioni dell'assessore, in Aula è scoppiata la polemica. «La revoca (dell'assessore Paola Muraro, ndr) nel caso di specie non c'è stata e non c'è stata la sostituzione. Ci sono state le dimissioni. Quando ci sarà sostituzione, vi sarà comunicazione (della sindaca Virginia Raggi in Aula, ndr)», ha detto il presidente dell'Assemblea Capitolina Marcello De Vito (M5S) rispondendo in Aula alle opposizioni che, in polemica con la maggioranza pentastellata in Campidoglio, sollecitavano un intervento della sindaca sulle dimissioni di Paola Muraro.

La capogruppo Pd Michela Di Biase in un richiamo al regolamento infatti aveva per prima affermato: «Abbiamo appreso via Fb di queste dimissioni notturne, nella prima seduta successiva alle revoca di componenti della giunta il regolamento prevede le comunicazioni in Aula. Qualora non fosse avvenuta la revoca formale la cosa sarebbe ancora più grave. Noi chiediamo di fare chiarezza in questa Aula e alla città su quali siano le motivazioni reali di queste dimissioni».

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