Roma, l'assessore Muraro si dimette tra le lacrime: «Sono indagata»

Roma, l'assessore Muraro si dimette tra le lacrime: «Sono indagata»
di Simone Canettieri ed Ernesto Menicucci
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Martedì 13 Dicembre 2016, 01:38 - Ultimo aggiornamento: 16:43

Il colpo di scena arriva nella notte: Paola Muraro, assessore all'Ambiente del Comune di Roma rassegna le sue dimissioni dalla giunta Raggi. Ad ufficializzarlo, un comunicato stampa del Campidoglio intorno all'una e mezza di notte. Scrive la Muraro: «Oggi tramite il mio legale la Procura di Roma mi ha notificato un avviso di garanzia in riferimento all'articolo 256 del testo unico sull'Ambiente. Contestualmente sono stata informata che sarò ascoltata dalla Procura il prossimo 21 dicembre, sono tranquilla e convinta che riuscirò a dimostrare la mia totale estraneità. Tuttavia per senso di responsabilità istituzionale ho deciso di dimettermi».
 

 

Una crisi che in qualche modo era annunciata: da tempo la Procura stava stringendo il cerchio sull'inchiesta che riguarda i rifiuti e il ruolo dell'assessore, soprattutto in riferimento ai suoi rapporti col re di Malagrotta Manlio Cerroni. Dopo gli addii di Marcello Minenna e di Carla Raineri un'altra bufera per la sindaca Raggi e, anche questa, arriva di notte. Alla luce della decisione, però, pare che ci sia stato un fortissimo pressing da parte dei vertici del Movimento cinque stelle.

L'accelerazione nel tardo pomeriggio, quando la Muraro ha avuto un colloquio con la sindaca Raggi, durante il quale le ha annunciato gli sviluppi giudiziari. Un faccia a faccia franco che ha visto anche le lacrime dell'ex consulente dell'Ama, che in privato piangendo si è sfogata così: «Ho provato a cambiare il sistema da dentro ma non ce l'ho fatta. Questo è il mio più grande rammarico». Esce così di scena dopo mesi di resistenza l'assessore più discusso della giunta Raggi. In grado di mandare in fibrillazione il Movimento 5 Stelle al punto che il dossier Muraro occupa da settimane il desktop di Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Proprio sul caso Muraro lo scorso settembre si è consumato il primo corto circuito del Movimento 5 Stelle, con la mail inviata la scorsa estate dall'ex mini-direttorio a Luigi Di Maio, documento negato ma poi rivelato dal Messaggero.

Rimesso il mandato nelle mani dell'inquilina del Campidoglio, la pratica è stata così archiviata: Raggi ha convocato d'urgenza una riunione di maggioranza per condividere con i consiglieri pentastellati l'uscita di scena della responsabile dell'Ambiente. Da oggi c'è una nuova casella da riempire per un esecutivo che continua a faticare per trovare un equilibrio.
 

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