Michelle Causo, tensioni tra bande a Primavalle: «Al killer ci pensiamo noi». Il vescovo: «Niente vendette»

I funerali della 17enne uccisa a coltellate. Nel quartiere monta la rabbia. Gli amici del trapper e quelli della ragazza si sono già scontrati. «E ora facciamo il bis»

Michelle Causo, tensioni tra bande a Primavalle: «Al killer ci pensiamo noi». Il vescovo: «Niente vendette»
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 6 Luglio 2023, 00:08 - Ultimo aggiornamento: 06:34

Il peccato è quello di «aver banalizzato il male» e quanto accaduto alla giovane Michelle Maria Causo, 17 anni, morta per le coltellate inferte da un coetaneo e abbandonata poi tra i rifiuti, mette in luce «un mondo guasto, che brucia la giovinezza, che insegue illusioni, che non conosce più quanto preziosa sia una vita». Con queste parole il vescovo per il settore Ovest di Roma, Baldo Reina, ieri ha celebrato il funerale di “Misci” o “Mimmi” come la chiamavano gli amici.

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Reina invita a pregare anche per il presunto assassino, «per chi si è macchiato di questo terribile crimine e per la sua famiglia», cercando in qualche modo di calmare i desideri di vendetta.

Ma fuori dalla chiesa, per le strade di Primavalle e Torrevecchia, mentre il feretro di “Misci” si dirige al cimitero di Fiumicino, non c’è posto per la pietà. Nei bar, sotto al sole di luglio mentre le campane suonano a lutto, si stringono i pugni e si promette vendetta. Pure di fronte al liceo che Michelle frequentava ieri, dopo la cerimonia, grovigli di giovani ed anche meno giovani si domandavano: «Ma gli amici di questo delinquente dove stanno? Li avete trovati?». 


L’ODIO
La caccia è partita. Ci vuole attenzione e predisposizione d’animo per ascoltare (e non fermarsi solo a sentire) le parole del vescovo del settore Ovest ma tra i giovanissimi, che pure avevano gli occhi iniettati di sangue per le tante lacrime versate, sembra che a prevalere ora sia la sordità. «Tanto se esce muore, ci pensa mio padre già me l’ha detto, la sua vita è finita», diceva una delle tante amiche di Michelle riferendosi alla “sorte” che attende il coetaneo accusato del suo omicidio. E come può una ragazzina di 16 enne capire il pericolo che si annida dietro quel sentimento? Se di vendetta parla il padre, a casa, la sera, magari commentando quanto accaduto e rispondendo ancora prima che lo faccia la giustizia? È il loro linguaggio, prima ancora del comportamento, a dire di cosa di “cibano” questi ragazzi di periferia. Come vivono e come crescono. 

 


LE “FAZIONI”
Che quella «banalizzazione del male» non vale solo per il delitto in sé ma anche per il modo di vivere di chi oggi al dolore frappone un “bisogno” diverso. «Pure gli amici di quello sono spariti ma tanto li troviamo», sigaretta in bocca, le braccia coperte dai tatuaggi, e un intento chiaro esplicato senza troppi giri di parole di fronte al luogo dove la ragazzina è stata trovata. «Noi stiamo da questa parte e lui come i suoi amici la pagheranno», dice un ragazzo ancora minorenne. Il “noi” è riferito a un gruppo. In uno di Primavalle c’era anche il 17enne che mercoledì 28 giugno ha caricato da solo su un carrello il corpo di Misci e lo ha gettato poi vicino a dei rifiuti. Il suo gruppo tempo fa era andato a “dar fastidio” ad una comitiva del “Bronx” di Torrevecchia dove “militano” alcuni amici della ragazza uccisa. «Ci hanno sputato addosso e preso a sassate ma all’epoca gliel’abbiamo rese - dice un ragazzino che conosceva Misci ed esce con il fratello più piccolo - e lo faremo anche adesso». Con un motivo in più. Altro che indagini, altro che giusto processo. Non aspettano altro questi ragazzi. Sotto i palazzoni che sembrano degli alveari l’organizzazione dell’attacco è già partita. Pure alla fiaccolata che ha attraversato il quartiere prima del funerale, alcune ragazzine, allarmate perché diversi amici si erano allontanati, hanno fermato alcuni agenti di polizia dicendo loro: «Quelli si scontrano». E quelli sono i ragazzi dei gruppi avversari, che ascoltano musica “trap” e che pure fumano - perché tanto lo fanno tutti - che promettono vendetta e scrivono sull’asfalto, sotto casa, dell’assassino “Hai vita breve pezzo di .....”.
 

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