A Roma le «ciclabili pericolose»: ma la burocrazia blocca la messa in sicurezza

I dirigenti comunali spesso non firmano gli atti perché temono di essere indagati

A Roma le «ciclabili pericolose»: ma la burocrazia blocca la messa in sicurezza
di Francesco Pacifico
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Lunedì 24 Aprile 2023, 07:44 - Ultimo aggiornamento: 08:37

Più traffico e poca sicurezza sulle ciclabili per colpa della burocrazia. Quella più ottusa, tra leggi invalicabili e dirigenti che temono di firmare gli atti necessari per paura di essere indagati per danno erariale. Ne sa qualcosa l'assessore capitolino ai Trasporti, Eugenio Patanè, che da mesi sollecita gli uffici competenti (il dipartimento Mobilità e l'Agenzia Roma Servizi per la mobilità) a modificare i tracciati delle ciclabili più pericolose o che creano maggiori disagi alla circolazione dei mezzi: via di Pineta Sacchetti, via Gregorio VII con il prolungamento all'interno della Galleria Pasa, via Prenestina e via Tuscolana. E ogni volta si sente rispondere che - «per motivi burocratici» - non si può intervenire.
In teoria le opere da fare per modificare i tracciati sarebbero anche semplici: spostare la pista sul marciapiedi dove c'è spazio, aprire un varco sulla bike-lane per far passare nei punti più nevralgici ambulanze e taxi, oppure alzare un cordolo o togliere qualche stallo di parcheggio per garantire maggiore sicurezza a chi gira in bici o in monopattino. Invece - al netto delle feroci proteste dei residenti - l'assessore si sente sempre rispondere dai travet: «Non possiamo intervenire su queste ciclabili, perché per realizzarle sono stati impegnati dei fondi pubblici, anche europei. E si rischia il danno erariale, se viene dimostrato lo spreco di denaro dei cittadini». E ancora: «Per modificare i tracciati servono un progetto alternativo, una nuova delibera con una conseguente conferenza di servizi sentendo tutti i soggetti interessi e ulteriori finanziamenti». Oppure: «Per superare tutti questi ostacoli servirebbe un atto della Prefettura, magari motivato da problemi alla sicurezza». Quindi ancora burocrazia su burocrazia, che finisce per fermare dei lavori non certo complessi e costosi.

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Patanè è un convinto assertore della mobilità dolce e alternativa: non a caso mercoledì partiranno i lavori per una nuova ciclabile sull'Ostiense, mentre a cavallo della primavera e dell'estate si inizierà a realizzare una pista tra Termini e l'università La Sapienza. Proprio un anno fa, dopo aver accolto le segnalazioni dei comitati e dei Municipi, l'assessore aveva fatto sapere che era pronto a «rivedere le piste ciclabili che presentano criticità». E aveva dato mandato agli uffici tecnici di fare sopralluoghi e trovare le soluzioni necessari per ridurre il traffico e aumentare la sicurezza. Ma da allora è stato deciso e realizzato soltanto un intervento, nonostante i continui solleciti del responsabile dei Trasporti.
IL MINI-MARCIAPIEDE
In cima alla lista delle bike-lane più problematiche volute dalla precedente amministrazione c'è sicuramente quella di Pineta Sacchetti.

I residenti, come in altri parti di Roma, si sono sempre lamentati per il restringimento della carreggiata sull'arteria che taglia in due Monte Mario. Di più, i comitati avevano anche denunciato che la presenza di mini-marciapiedi sulla pista rallentava anche l'ingresso delle autoambulanze al policlinico Gemelli oppure il tragitto degli stessi mezzi in Galleria Giovanni XIII in direzione Cristo Re o San Filippo Neri». Da tempo si discute di aprire dei varchi ed eliminare i cordoli verso i nodi più delicati, ma non se ne è fatto ancora nulla. Anche per questo, da più parti, si spera in un provvedimento della Prefettura, motivato per questioni di sicurezza, per superare gli ostacoli burocratici.

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Residenti sul piede di guerra anche per la bike-lane di via Gregorio VII. La precedente amministrazione, per conservare tutte le file di parcheggio (quattro su entrambi i lati), ha deciso di restringere la carreggiata con il risultato che su questa strada trafficatissima si viaggia a una sola corsia. In un primo tempo si era pensato di trasferire la pista sui larghi marciapiedi, ma a impedire ogni modifica c'è anche il fatto che la ciclabile è stata finanziata con fondi europei. Poco più avanti, nel tratto all'interno del Galleria Pasa, altri problemi: meno spazio nel traforo per i veicoli, ma anche un cordolo all'uscita che rende complesso per le ambulanze entrare nel pronto soccorso del Santo Spirito in Sassia. Finora l'ultima modifica riguarda la tempistica dei semafori. Sempre nella lista nera il tratto della pista sulla Prenestina verso largo Telese - qui i ciclisti lamentano scarsa visibilità - o le curve a gomito sulla ciclabile Tuscolana.
 

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