«Il Tribunale avrà una sede più grande ma non andremo nella scuola Minervini», parola del presidente Pierfrancesco de Angelis

«Il Tribunale avrà una sede più grande ma non andremo nella scuola Minervini», parola del presidente Pierfrancesco de Angelis
di Massimo Cavoli
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Domenica 18 Febbraio 2024, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 11:53

RIETI - A marzo saranno sei anni che il presidente Pierfrancesco de Angelis guida il tribunale, confermato fino al 2026, una navigazione che ha dovuto affrontare le difficoltà causate dalla crisi pandemica e si accinge, adesso, a fronteggiare anche altre emergenze.
Una giudice sta per assentarsi a lungo, un’altra è in procinto di andare al Tar, mentre la riforma Nordio, se approvata, prevede che dovranno essere tre, e non uno solo, i giudici a decidere sull’emissione della custodia cautelare in carcere.

Si profilano problemi di organico, come affrontarli?«Nel primo caso il Ministero non ha concesso l’applicazione a Rieti di un magistrato distrettuale, da me richiesto, quindi non resta che sperare nel prossimo concorso in magistratura per ottenere nuovi giudici, ma i tempi non saranno brevi. Per quanto riguarda la custodia cautelare si rischiano situazioni di incompatibilità perché i giudici penali sono quattro, oltre a due gip. Se tre formeranno il collegio poi non potranno più occuparsi degli atti successivi, per cui serviranno altri due magistrati, che non abbiamo, oppure dovremo applicare qualcuno dal civile. Nell’immediato si cercherà comunque di evitare le incompatibilità. Sarà una situazione difficile, riscontrabile in tutti i piccoli tribunali, ma servirà tempo».

La relazione della Corte di Appello all’inaugurazione dell’anno giudiziario descrive Rieti come un’isola felice. Giusta fotografia?
«Forse, è proprio per questo che non ci mandano altri giudici (ride), in realtà, noi ci troviamo in una situazione decisamente migliore rispetto ad altri tribunali dove si è cercato di fare fronte alle carenze con le ultime assunzioni di magistrati. Del resto, i numeri parlano a nostro favore e nel civile l’arretrato sta diminuendo. L’emergenza Covid, al di là dei problemi causati dalla pandemia, ha comunque favorito l’avvio del processo telematico, assai apprezzato dagli avvocati perché le udienze si possono celebrare da remoto, e anche nel penale la situazione è buona.

Tutto questo nonostante le difficoltà di organico».

Da tempo si parla di cittadella giudiziaria e di ampliare gli uffici occupando la scuola Minervini quando sarà costruita quella nuova nell’area del Perseo, ma avanza una nuova ipotesi. Di che si tratta?
«L’orientamento del ministero della Giustizia inizialmente era favorevole alla soluzione Minervini, sostenuta da tutte le parti interessate, ma adesso c’è la possibilità, prospettata dal Comune, di costruire una nuova ala ampliando l’attuale palazzo invece di occupare la scuola quando sarà libera. Disponendo di maggiori spazi si può pensare a istituire una sede distaccata del tribunale della Famiglia, che ha la sede distrettuale a Roma, a trasferire l’ufficio del Giudice di pace e a dotare gli avvocati di locali idonei. Ma, ripeto, è solo un’ipotesi (il sindaco Daniele Sinibaldi ha incontrato in tribunale nei giorni scorsi il presidente de Angelis ndr) e non sappiamo alla fine quale soluzione sarà scelta, ma è certo che l’ampliamento si farà, c’è la volontà di farlo».

In Sabina il Giudice di pace di Poggio Mirteto attende rinforzi e a portare avanti il lavoro è solo il coordinatore di Rieti, Nicola Perrone, costretto a dividersi tra le due sedi. Quando arriveranno i nuovi magistrati onorari?
«Sono stati già nominati dal ministero, ma inizieranno il tirocinio solo tra uno, due mesi, ma il loro utilizzo effettivo non avverrà prima del 2025. Conta però aver scongiurato in passato il rischio di una chiusura della sede, che il Comune di Poggio Mirteto contribuisce in gran parte a mantenere. E’ un ufficio importante perché rappresenta la giustizia di prossimità invocata dai cittadini, che a un paese come Fiano Romano, ad esempio, fornisce risposte in tempi più brevi rispetto a Roma che è solo più facile da raggiungere in automobile».

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