Fra il principe-pilota de Orleans-Borbon e il professor Spadoni un'amicizia d'oro nata al Ciuffelli

Il principe-pilota Alvaro de Orleans-Borbon e il professor Giampiero Spadoni
di Giacomo Cavoli
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Domenica 21 Agosto 2022, 12:52

RIETI - Se l’amicizia ha tanti volti, dentro ci sono anche quelli di Giampiero Spadoni e Alvaro de Orleans-Borbon, protagonisti di una storia non esattamente così comune che, da cinquant’anni esatti li vede legati uno all’altro, quasi come fratelli: Giampiero - ideatore nel 1974 del gruppo sportivo reatino di atletica leggera della Forestale e docente di educazione fisica - e Alvaro, principe di Spagna, cugino di primo grado del re Juan Carlos I, padre dell’attuale re Filippo VI e fra gli storici piloti di volo a vela del panorama internazionale. Ed entrambi, ognuno a proprio modo, due reatini doc: Giampiero per le sue origini e il suo amore per lo sport sempre diviso tra lo stadio “Guidobaldi”, le scuole medie e l’aeroporto “Ciuffelli” e Alvaro perché, dopo mezzo secolo trascorso volando in aliante nel cielo reatino, ormai può considerare più che acquisita la sua adozione da parte della Mecca del volo silenzioso.

Il rapporto

Ad unire e non lasciare mai più separati il 25enne Alvaro e il 22enne Giampiero, nell’estate del 1972, fu infatti proprio il volo a vela: Alvaro, principe per nascita e nella cortesia sempre riservata a tutti, fresco di abilitazione alle gare internazionali e alla ricerca di una persona di fiducia che potesse assisterlo nell’attività volovelistica a Rieti e Giampiero, mezzofondista dell’Atletica Rieti, docente ai primi passi nella scuola che, quasi per caso, entrò all’aeroporto quando ancora l’ingresso era quello condiviso con il ristorante che per decenni, prima dell’attuale stato di abbandono, ha accolto e coccolato migliaia di volovelisti: «Ero appassionato di volo a vela e all’epoca molti ragazzi di Rieti aiutavano i piloti nella gestione degli alianti e nei recuperi fuoricampo - racconta Giampiero - All’epoca, i volovelisti portavano da fuori Rieti i loro assistenti, ma venni a sapere che uno di loro cercava un aiutante che fosse originario del luogo: era Alvaro.

Mi chiese se ero in grado di guidare la macchina insieme al carrello dell’aliante: ero fresco di patente e guidai così piano che ad Alvaro andò subito bene. Da quel momento, fino ad oggi, non ci siamo più lasciati e abbiamo trascorso sempre insieme ogni estate all’aeroporto».

La sorpresa

E per chi è principe nei modi, e non soltanto per titolo nobiliare, la fiducia assume un valore concreto, imprescindibile: così, Alvaro non ha mai dimenticato il sostegno garantitogli da Giampiero in mezzo secolo, riservando un momento tutto dedicato a lui durante le premiazioni della Coppa Città di Rieti di quest’anno, a cinquant’anni esatti dalla nascita della loro amicizia, consegnandogli una targa con la più simbolica delle foto, Giampiero in attesa del decollo accanto all’aliante di Alvaro. «È stata una sorpresa bellissima» confida Giampiero, che ha rischiato quasi di emozionarsi: «Un gesto inatteso, ma Alvaro è così: non mi ha fatto mai pesare la differenza sociale, trattandomi sempre alla pari, come un fratello, ed è per questo che, in cinquant’anni, sono rimasto al suo fianco. E anche soltanto il fatto che ha sempre voluto essere presente ad ogni premiazione delle gare, testimonia quanto sia profondamente diverso dalla maggior parte dei piloti di volo a vela». Un’amicizia d’oro, in ogni senso.

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