Ma con quali strumenti? E quale peso politico? «Serve unità, sia sul piano istituzionale che politico. In Regione l'interlocuzione che c'è con Viterbo e forte: servirà a ragionare di ciò che può avere la testa a Viterbo e cosa a Rieti, perché al di là dei rapporti di forza che ci danno perdenti non è che tutto può andare a finire a Viterbo. Altro discorso è l'impatto sul territorio del riordino dei servizi statali: la mossa della Prefettura mi è sembrata un po' estemporanea. Bisognerà vigilare, e sono sicuro che i nostri parlamentari lo faranno, perché il territorio non venga sguarnito di servizi essenziali come la sicurezza, il controllo. Poi, che la testa sia qui o a Viterbo mi sembra un problema secondario».
Oggi intanto in Prefettura uffici chiusi dalle 9,30 alle 11,30 per l'assemblea dei lavoratori dell'amministrazione civile chiesta da Cgil, Cisl e Uil per fare il punto sull'accorpamento a Viterbo. Non ci saranno le code del Colosseo, fuori dal portone di Palazzo Vincentini, ma se ci fosse un po' di attenzione della città non guasterebbe.